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La pace è sempre possibile

Papa Francesco, all’Angelus del primo giorno del 2015, augurando ai presenti in Piazza San Pietro ed a tutto il mondo un sereno e felice anno, ha detto: “ la pace è sempre possibile (…) bisogna eliminare la schiavitù perché siamo tutti fratelli”.
Parole che ravvivano la speranza in un futuro migliore in un momento in cui i molti focolai di odio e di barbarie non accennano a spegnersi, anzi in molti punti del Pianeta vengono attizzati e tenuti in vita dalle intolleranze razziali e religiose, da parte degli adoratori del “dio denaro” che fanno commercio di droga, di armi, di sesso e di vite umane.
Ancora oggi qualche smemorato si meraviglia delle sante parole dette da Papa Francesco mentre farebbe bene a ricordare che Cristo stesso prese a scudisciate i mercanti profanatori del Tempio.
Nessuna religione deve essere insultata e offesa e nessun Tempio deve essere profanato.
Viviamo in un mondo sempre più globalizzato in cui possiamo comunicare, dialogare, discutere, guardarci negli occhi cercando di capirci, da un capo all’altro del Pianeta stando comodamente seduti in casa nostra.
Purtroppo non sempre i mezzi di comunicazione che scienza e tecnica mettono a nostra disposizione (televisione, radio, telefono, internet, stampa, compreso i mezzi di trasporto, sempre più comodi e veloci) vengono impiegati per migliorarci la vita e per conoscerci, capirci e rispettarci reciprocamente.
Ancora oggi avvengono scontri tra persone di una stessa famiglia e tra gruppi di una stessa nazione o di nazioni diverse. Spesso questi scontri sono dovuti ad un malinteso senso di libertà di espressione che viene inteso come licenza per offendere credenze, culture, sentimenti religiosi, ecc., di altri esseri umani.
L’Umanità è passata dalle piccole aggregazioni tribali alle grandi aggregazioni che hanno dato vita alle civiltà del passato (cinese, egiziana, greca, romana, ecc.) sino alle grandi unioni tra popoli di uno stesso continente o di continenti diversi, anche se, a volte, all’ interno di queste unioni avvengono incomprensioni e “scosse” di assestamento.
Il “vecchio Continente”, dovrà dimostrare di essere non solo vecchio ma anche saggio, compattandosi maggiormente all’interno ed aprendosi agli altri popoli europei, a cominciare dal grande popolo russo e da quelli vicini.
Uno dei primi passi da fare è quello di spegnere il fuoco acceso al confine con la Russia, cercando di dialogare e di capire le opposte ragioni, poiché, spesso, certi comportamenti sono innescati da sentimenti di autodifesa.
L’unica “guerra” che tutti assieme dobbiamo combattere è quella contro le ingiustizie, le povertà e a tutte le forme di schiavitù.

Bruno Latella

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