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Cassa integrazione: il labirinto di Cnosso

Il Labirinto di Cnosso….ma da rinchiudervi dentro non vi è il Minotauro, bensì l’imprenditore con tutti i suoi lavoratori!

Proprio così, perché mentre fino alla scorsa settimana, autorevoli esponenti del Governo andavano in prima serata in TV e ci raccontavano di una “serena Pasqua” fatta con i soldi della Cassa Integrazione che erano in arrivo insieme alla colomba pasquale….in realtà ci si apprestava a mettere piede in un labirinto la cui uscita era (ed è ancora) davvero difficile da trovare.

Difatti ad oggi, ormai a un mese dal Dl. 18/2020 nessuno ancora ha percepito nulla e le tempistiche che ci comunicano si sono “leggermente allungate” arrivando a 30 giorni dalla ricezione della domanda, e se si considera che fino a pochi giorni fa vi erano Regioni (ad esempio Valle D’Aosta) o Provincie (Trento) prive di accordo o ancora che per le imprese “plurilocalizzate” l’invio della Cassa Integrazione in Deroga è stata resa disponibile solo dopo la tanto invocata Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (la n. 8/2020) arrivata solo l’8 aprile 2020….il dado è tratto: nessun dipendente prenderà soldi prima della fine di aprile.

Il motivo? Semplicissimo e chiaro a tutti gli addetti ai lavori dal primo istante: un ginepraio di norme con una pluralità di istituti ciascuno applicabile ad una determinata tipologia di imprenditori, ubicati in una Regione piuttosto che in un’altra, distinti per numero di dipendenti, per settore merceologico, per….. per…. per…..

Ma torniamo ai numeri (e ai diversi strumenti), 3 milioni di lavoratori per i quali è stata richiesta la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, 1,7 milioni di lavoratori per i quali è stato richiesto il Fondo di Integrazione Salariale, poi abbiamo i lavoratori che appartengono a settori nei quali sono stati istituiti gli Enti Bilaterali (ad esempio l’artigianato con il FSBA) e per i quali non va fatta domanda all’INPS ma bensì all’Ente Bilaterale (ovviamente che ha delle sue regole…) ed infine ci sono tutti quei lavoratori che non rientrando in nessuno degli strumenti precedenti, devono accedere ad un altro strumento, quello previsto dall’art. 22 del Dl 18/2020 ovvero la Cassa Integrazione in Deroga, “una famiglia grandissima” con un altrettanto ampissima regolamentazione fatta “a macchia di leopardo” poiché affidata alla decretazione delle singole Regioni, le quali (manco a dirlo) hanno provveduto a stabilire regole di accesso differenti e soprattutto modalità operative differenti, e così chi ha la “fortuna” di avere più unità produttive dislocate in più di una Regione (ma fino a 4 perché da 5 in poi il discorso…..cambia ancora) allora dovrà studiarsi attentamente i singoli accordi Regionali e le singole modalità operative, così come dovrà andarsi a cercare i referenti sindacali di categoria di ciascuna Regione…….ed infine se poi sei “fortunatissimo” ed hai unità operative in almeno 5 Regioni, allora dovrai prenderti qualche giorni di pausa e studiarti prima un manuale operativo di 40 pagine (un vero e proprio romanzo) prima di “provare” ad inoltrare una domanda che fino al giorno 08 aprile 2020 (giorno della tanto attesa circolare ministeriale, la n. 8/2020) sembrava una chimera, e che adesso che è realtà, devi armarti di santa pazienza per procedere step by step (come dicono gli americani) alla compilazione fino a giungere all’inoltro (prima che l’ultimo dubbio ti assalga: la marca da bollo ci vuole, così come è stato obbligatoriamente fatto fino al Dl liquidità, oppure no??) della stessa, non prima però di aver allegato (perché devi allegarlo) un accordo sindacale sottoscritto a livello nazionale, accordo che attesti……cosa? Che un (anche giusto) DPCM mi ha obbligato a chiudere dall’oggi al domani costringendomi di conseguenza a lasciare a casa i miei collaboratori. Una consultazione sindacale da fare poi con chi, se le aziende sono chiuse, i lavoratori sono obbligati a stare a casa e di conseguenza i sindacati non possono incontrare e discutere di niente e con nessuno?? Ecco appunto, un quanto mai inutile passaggio che inizialmente non doveva esserci, poi invece c’era ma doveva essere una semplice informazione, diventata poi invece obbligatoria consultazione per poi sfociare (secondo alcuni) in obbligatorio accordo da sottoscrivere. Qualcosa di incredibile, dover trovare il sindacalista di turno (che per carità fa il suo dovere ed ha un ruolo determinante nel nostro mercato del lavoro) per “prendersi” una firma di un verbale già preconfezionato, senza che lo stesso possa interloquire con nessuno e soprattutto senza nulla su cui dover discutere…..è davvero incredibile!

Ricapitolando, una platea potenziale di 9,8 milioni di lavoratori che ad oggi non hanno ancora percepito nulla di sostegno al reddito, con una molteplicità di strumenti differenziati per settore, per ubicazione, per dimensioni aziendali, per numero di unità produttive…..che si trovano ad avere trattamenti differenziati da un punto di vista economico, con massimali differenziati, (non parliamo di importi altrimenti si aprirebbe un capitolo a parte in cui bisognerebbe spiegare perché si parla di 80% della retribuzione se di fatto la cifra che sarà accredita al lavoratore sarà mediamente sotto i 1000 euro per mese intero) con tempistiche differenti (se sei un lavoratore che rientra nella CIGO o nel FIS ed hai un datore di lavoro disponibile all’anticipazione puoi prendere i soldi in un determinato tempo, se invece sei un lavoratore che rientra nella Cassa in deroga allora devi per forza attendere che la Regione o il Ministero del Lavoro per le “plurilocalizzate” lavori la pratica, per poi passarla all’INPS che la “rilavora” per poi chiederti gli SR 41 e solo dopo potrà provvedere al pagamento).

Potremmo continuare davvero all’infinito nel raccontare cosa davvero accade “sul campo di battaglia”, che cosa accade ai professionisti che devono districarsi in un labirinto di norme….che cosa accade ai datori di lavoro che oltre ad essere alle prese con una recessione senza precedenti, la più severa dalla Grande depressione del 1929 con una contrazione stimata del 9,1%, sono lì quotidianamente a chiedere notizie per loro e per i loro dipendenti che vogliono preservare ad ogni costo in vista di una quanto masi sperata ripresa dell’attività…., e soprattutto cosa accade ai lavoratori, i veri intrappolati in questo labirinto.

Oggi che si sente parlare di Cassa Integrazione Europea, o di SURE acronimo di support to mitigate unemployment risck in an emergency, strumento di solidarietà Europea a supporto delle imprese e dei lavoratori che si trovano in condizioni di difficoltà e che dunque mira alla difesa del lavoro, sulla base dell’esperienza vissuta in quest’ultimo mese, chiediamo con tutta la nostra voce, una vera semplificazione per uno strumento che deve essere “rapido” (nell’erogazione) ed “efficace” (garantire un reddito dignitoso per il lavoratore e per la sua famiglia), uno strumento fondamentale per la ripresa (perché siamo certi ci sarà la ripresa!) della nostra Italia.


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