Una delle più importanti e storiche occasioni per lo sviluppo economico ed occupazionale per la città di Andria e di alcune sue periferie ancora oggi emarginate: questo avrebbe dovuto essere il riconoscimento della città di Andria quale Zona Franca Urbana. Un interessante meccanismo tra esenzione da Ires, Irap ed Ici (oggi IMU) oltre all’esonero dal pagamento degli oneri previdenziali ed assistenziali nonché dei contributi anche sulle retribuzioni da lavoro dipendente individuato nella Finanziaria 2007, legge n. 296/2006 ed attuato con l’individuazione delle Zone Franche Urbane (ZFU) con le quali si intendeva favorire lo sviluppo economico e sociale, anche tramite interventi di recupero urbano, di aree e quartieri degradati nelle città del Mezzogiorno, tra le quali la città di Andria, “a causa” del suo elevato tasso di disoccupazione certificato nelle Zone interessate. Andria, insieme a Taranto e a Lecce le uniche città pugliesi riconosciute. Poiché viviamo in uno strano paese chiamato Italia (che non è la Francia dove questa esperienza ha dato i suoi migliori frutti e al cui modello è stata ispirata l’iniziativa italiana) le cose vanno sempre diversamente da quanto programmato ed i contratti, anche quelli sottoscritti con i Ministri, come accaduto tra l’ex Sindaco di Andria Zaccaro e l’allora Ministro allo Sviluppo Economico Scajola a fine 2009, sono carta straccia; tutto svanisce in un omertoso silenzio anche da parte di quelli che avrebbero dovuto rappresentare i territorio traditi. Oggi cosa accade? Accade che con l’art. 43 del D.L. n. 78/2010, le ZFU sono state integralmente sostituite dalle cosiddette Zone a Burocrazia Zero, estese a tutta l’Italia con l’ultima legge di stabilità (Legge n. 183/2011), in via sperimentale fino al 31 dicembre 2013, quindi per le nuove iniziative produttive costituite dopo il 1° gennaio 2012, i vantaggi sono i seguenti: – i provvedimenti conclusivi dei procedimenti amministrativi di qualsiasi natura ed oggetto avviati su istanza di parte, fatta eccezione per quelli di natura tributaria, di pubblica sicurezza e di incolumità pubblica, sono adottati in via esclusiva dall’ufficio locale del Governo che vi provvede, ove occorrente, previe apposite conferenze di servizi; – i provvedimenti conclusivi di tali procedimenti si intendono senz’altro positivamente adottati entro 30 giorni dall’avvio del procedimento, se un provvedimento espresso non è adottato entro tale termine; per i procedimenti amministrativi avviati d’ufficio, fatta eccezione per quelli di natura tributaria, di pubblica sicurezza e di incolumità pubblica, le amministrazioni che li promuovono o li istruiscono trasmettono all’ufficio locale del Governo i dati ed i documenti occorrenti per l’adozione dei relativi provvedimenti conclusivi; Al di la delle suddette “facilitazioni burocratiche” in verità oggi ampiamente superate dagli interventi in materia di liberalizzazioni portati avanti anche dall’attuale Governo tecnico, ciò che realmente interessava e potrebbe ancora continuare ad interessare la nostra città è che sul fronte fiscale, ove la zona a burocrazia zero coincida con una delle zone franche urbane, come appunto nel caso di Andria, ai sensi della delibera CIPE dell’08 maggio 2009 n. 14, le risorse finanziarie per queste ultime sono utilizzate dal Sindaco per la concessione di contributi diretti alle nuove iniziative produttive avviate nelle zone a burocrazia zero, senza trascurare che anche i distretti turistici costituiscono “zone a burocrazia zero”, con le relative agevolazioni. E’ importante, quindi, che, per beneficiare dei vantaggi amministrativi e fiscali di cui sopra, si istituisca quanto prima l’ufficio locale del Governo, su richiesta della Regione, d’intesa con gli enti interessati e su proposta del Ministro dell’Interno, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri; ufficio (art. 14, terzo comma, Legge n. 183/2011) presieduto dal Prefetto e composto da un rappresentante della Regione, da uno della Provincia e da uno del Comune interessato. A febbraio scorso arrivò uno scossone da parte della vice-presidente e assessore regionale allo sviluppo economico della Regione Puglia Capone la quale sollecitava proprio l’istituzione dell’ufficio locale del Governo, per non perdere le opportunità. La risposta da parte degli amministratori locali (andriesi) fu entusiastica in quanto si prospettava la concreta possibilità di utilizzare quei vantaggi amministrativi e fiscali a favore dello sviluppo economico, produttivo e sociale attraverso le risorse finanziarie disponibili che nel caso di Andria sarebbero state pari a circa 5 milioni di euro e gli aiuti sarebbero stati utilizzati in quelle zone beneficiarie cioè centro storico, quartiere S. Valentino, S. M. Vetere ecc, praticamente quelli che ancora oggi risultano tra i più emarginati e difficilmente recuperabili. Ad oggi non si sa se quel necessario ed indispensabile protocollo d’intesa sia stato sottoscritto o meno, di sicuro nessuno ne è a conoscenza, di sicuro nessuno ne parla, nessun incontro, nessuna convocazione, niente di niente mentre di sicuro quei fondi non sono in utilizzo e questo è gravissimo almeno quanto la reale possibilità che quelle opportunità, ancora una volta, svaniscano irrimediabilmente. Cordiali saluti.
Savino Montaruli, presidente Unimpresa Bat
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