Una delle ragioni del successo della mozzarella di bufala campana è nel suo disciplinare di produzione molto severo che non consente interpretazioni di sorta a tutela della freschezza e della certezza dell’origine.
“L’attuale proposta di modifica al disciplinare avanzata dal Consorzio per la tutela della mozzarella di bufala campana Dop, ora al vaglio della Regione Campania e del Ministero delle Politiche agricole, lascia molto perplessi per la parte riguardante i tempi di produzione – sottolinea Emilio Ferrara, segretario generale di Unimpresa Agricoltura – La previsione di superare l’obbligo di lavorare la mozzarella entro 60 ore dalla mungitura e lasciarlo solo per la “cagliata” avrebbe come risultato che la mozzarella potrebbe essere prodotta successivamente con materia prima conservata o congelata”.
Ovviamente, aggiunge Ferrara, l’apertura al meccanismo del congelato potrebbe penalizzare non poco la fama di un prodotto ricercato in tutto il mondo e che è già frequentemente oggetto di tentativi d’imitazione e frode.
“La modifica proposta – conclude il segretario generale di Unimpresa Agricoltura – oltre a danneggiare la generalità degli allevatori, che perderebbero forza contrattuale visto che i trasformatori non dovrebbero necessariamente approvvigionarsi di latte tutti i giorni potendo disporre di prodotto congelato, riteniamo che non favorirebbe comunque tutti i trasformatori, ma solo una piccola parte di questi che puntano a produrre prodotto di bassa qualità. La mozzarella di bufala deve invece rimanere una produzione di alta qualità, prodotta ogni giorno con latte fresco intero, proprio come richiede il Disciplinare attuale”.
a cura del Servizio Ufficio Stampa Ago Press
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