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L’inquinamento e il cambiamento climatico

Dal 30 novembre all’11 dicembre l’ONU ha organizzato, a Parigi, la manifestazione COP 21 alla quale partecipano 150 capi di Stato e di Governo allo scopo di prendere le decisioni necessarie per contenere l’aumento del riscaldamento del Pianeta entro i 2 gradi, attraverso il taglio delle emissioni di CO2, entro il 2050.

Auguriamo che nei “grandi della terra” prevalga il buon senso e l’amore per la sopravvivenza pacifica del genere umano.

L’impegno per rallentare il cambiamento climatico e pulire il Pianeta non può e non deve rallentare per cui è necessario intensificare l’impiego delle fonti rinnovabili di energia e diminuire gli sprechi.

Il momento che viviamo non è il più favorevole per un sereno incontro tra tutti i capi di Stato, ma “i costruttori di pace” potranno contribuire a rasserenare “il clima” della discussione.
Fortunatamente nel mondo abbiamo molti “costruttori di pace” come in questi giorni hanno dimostrato Papa Francesco nel Continente africano ed a Venezia i rappresentanti delle religioni monoteiste (Cristiana, Ebrea e Mussulmana) ai funerali di Valeria Solesin barbaramente uccisa nella strage di Parigi.

In ogni angolo del Pianeta cresce la consapevolezza che solo se aumenta la solidarietà possiamo vivere in pace e in armonia con la natura senza inquinarla e distruggerla.

Anche in Italia, pure in mezzo a tante difficoltà (politiche, economiche, burocratiche, reati ambientali, ecc.) si sono moltiplicati gli impegni a sostegno del COP21 di Parigi.

Tra le tante iniziative, ricordiamo:

il convegno su “La ricerca al centro dello sviluppo sostenibile” ad iniziativa della Regione Lazio, dell’ENEA, dell’Accademia Nazionale delle Scienze e del CNR.

Le relazioni sui risultati e le applicazioni delle ricerche sono state svolte da rappresentanti delle principali Università e degli Enti organizzatori.

In particolare il Dott. Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’ENEA, ha messo in evidenza come il nostro Paese importa oltre il 90% delle materie prime per produrre energia, mentre trascura le molte fonti energetiche che si trovano nel proprio territorio e le “miniere a cielo aperto” rappresentate dai rifiuti.

Anche il Prof. Aldo Di Carlo dell’Università di Tor Vergata ha documentato gli importanti risultati nel campo della fonte solare, in particolare del fotovoltaico con celle sempre più leggere ed economiche stampate su fogli pieghevoli, trasparenti adattabili a qualsiasi superficie.

Premi e riconoscimenti si sono moltiplicati anche in Italia negli ultimi anni, come quello prestigioso, giunto alla VII edizione , “Maria Rita Saulle” assegnato dall’Istituto di Studi Politici “S.Pio” il 18 novembre 2015, alla Dott.ssa Sara Petella per la pubblicazione della ricerca “Responsabilità da reato degli Enti per gli illeciti ambientali in Italia e nel Regno Unito”.

Nella ricerca vengono messi in evidenza i gravi reati ambientali rimasti impuniti sia per mancanza di norme chiare e sia per insufficienti controlli sui rifiuti, inquinamento dell’aria, difesa del suolo, tutela delle acque, ecc..

La legge 22 maggio 2015 n. 68 sugli “ecoreati”, se puntualmente applicata, può costituire un deterrente nei confronti della criminalità ambientale in quanto non si viene più puniti con semplici contravvenzioni ma si prevedono fino a 15 anni di carcere per reati e disastri ambientali.

Anche molte organizzazioni e associazioni di imprese (a cominciare da Unimpresa) hanno fatto sentire la propria voce in difesa dell’ambiente attraverso Convegni, pubblicazioni, articoli e incontri con i propri aderenti.

Bruno Latella

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