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Il fisco italiano rappresenta il vero virus per le imprese.

NECESSITA UN NUOVO GOVERNO FORTE, DECISO, AUTOREVOLE E DETERMINATO CHE PARTA DA UNA RIFORMA FISCALE A 360 GRADI

di Marco Salustri

La pandemia causata dal virus covid 19 è decisamente nulla rispetto a quanto è stato capace di provocare, in Italia,   in questi anni il virus del fisco. Il governo starebbe lavorando ad un differimento dei versamenti, sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio, per le varie imposte dirette e indirette, al 16 settembre 2020 o in “comode” rate mensili, fino a dicembre 2020. Inoltre, si apprende, con stupefatto interesse, che l’Agenzia delle Entrate, in base alla circolare 11E, ha chiarito che i termini delle attività degli Enti Impositori è sospesa, per circa 84 giorni, quindi non annullata.

Dove sarebbe l’aiuto concreto tanto annunciato dal Governo?

Le imprese italiane hanno bisogno di un supporto finanziario importante e di una reale riduzione delle imposte, oggi più che mai. Da una parte il fisco  continua a fare una guerra ormai inutile e pericolosa nei confronti dei contribuenti italiani. Dall’altra, si piega al sovranismo europeo che continua a manipolare a proprio piacimento il nostro paese che, inerme, subisce senza se e senza ma, rovesciando  sui cittadini ogni conseguenza fiscale, civile e sociale.  Bisogna ammettere che i decreti, promulgati fino ad ora, non hanno contenuto alcun aiuto concreto e nessun sostegno reale alle imprese,  perché, di fatto, nulla agevolano. Sono una cura palliativa del dolore, somministrata ad un paziente ormai in fin di vita. Quello che servirebbe realmente all’Italia, al punto dove siamo arrivati,  è una nuova guida politica, forte, autorevole e determinata a rigenerare dalle fondamenta una fiscalità, con una riforma a 360 gradi, rendendola più equa, meno oppressiva e più giusta nei confronti di tutti i contribuenti, non più sfacciatamente parziale e persecutoria.

Un vecchio adagio recita: a mettere toppe ad una coperta vecchia, non si fa altro che strapparla. E’ esattamente la situazione dell’Italia fiscale di oggi, ridotta ormai ad una vecchia signora, vestita di stracci, ricoperti da una infinita serie di rattoppi.

I  nuovi governanti dovranno avere  il coraggio di fare un balzo in avanti, riscrivendo ex novo, con un’ampia delega legislativa, le norme, un testo unico delle imposte dirette e indirette, completamente riformato.

Allo stato, sembra più facile fare vacue promesse che rimboccarsi le maniche, come hanno fatto i nostri colleghi europei. In Germania, infatti, sono stati erogati aiuti alle imprese con grande speditezza dal 4 aprile, in Francia dal 19 marzo e negli Stati Uniti è stato attuato il Paycheck Protection Program, che prevede forme di finanziamento immediato alle imprese in difficoltà. 

Questi paesi, peraltro alleati, hanno un fattore in comune: l’azzeramento totale o quasi di burocrazia. In un contesto, come quello nostro, proprio la burocrazia, ogni giorno che passa,  determina la morte di qualche impresa.

Le imprese, dunque,  non si aiutano a parole, ma con fatti concreti, in grado di produrre risultati nell’immediato futuro.

Quanti altri imprenditori il Governo Conte dovrà ancora avere sulla coscienza, insieme con le trentamila vittima del Covid 19?

Quanti cittadini dovranno ancora perdere il lavoro e quante imprese dovranno ancora essere svendute, perché il governo in carica  si ravveda?

L’unico dato positivo, si fa per dire,  che si registra nell’ultima ora è che l’Italia ha perduto il primato di ultima in classifica nel calo del PIL 2020.

Siamo stati  stati superati dalla Grecia!

Un ben magra consolazione.

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