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    Categories: Turismo

Fase 2: Piani e speranze per un turismo in ripartenza

di Pasqualina Costantino, consigliere nazionale Unimpresa Turismo

Ci ritroviamo a vivere questa tanto a lungo discussa e a tratti discutibile fase 2. Finalmente abbiamo premuto il pulsante “pausa” (non stop) per il lockdown e l’Italia prova a ripartire, sperimentando questo periodo di convivenza con un nemico che ancora ci tiene compagnia. Ci apprestiamo a viverla con una certa attenzione ed una buona dose di ansia, con la paura di non essere abbastanza scrupolosi e dover ritornare al punto di partenza.

Dopo che le varie organizzazioni hanno studiato attentamente misure contenitive e strumenti da adottare, le aziende ripartono, almeno quelle che sono state bloccate da questa pandemia.

Nonostante tutto ci sono determinate attività che ancora non hanno premuto il tasto “start” e mi riferisco a tutto il settore del turismo e la sua filiera, stiamo vivendo una crisi senza precedenti.

Con i dovuti distinguo, se il commerciante farà fatica ad alzare la serranda, un po’ alla volta inizierà ma noi che futuro abbiamo quest’anno? 

Un comparto che, se pur ha voglia di lavorare e rimettere in moto la propria macchina, è impossibilitato nel farlo. La carenza di turismo internazionale e le norme vigenti sulla limitazione degli spostamenti non ci danno la possibilità di esprimere il pieno potenziale del nostro impegno. Ci sono ad oggi schiere di albergatori, ristoratori e tanti lavoratori stagionali che desiderano ricominciare a lavorare e in questo momento sembrerebbe anche la migliore cura nel cercare di affrontare questa crisi. Dobbiamo essere proiettati nel pensare a una stagione estiva diversa ma soprattutto avere la capacità di rimodellare la nostra offerta turistica.  

In questo caso mi riferisco anche alle tante agenzie di viaggio e tour operator che sono concentrate su una fetta di mercato dedicato ad un turismo di massa. 

Un turismo che predilige la quantità alla qualità, la velocità alla “degustazione” dell’arte. Pacchetti turistici organizzati sulla base di una serie di luoghi da visitare, senza dare importanza a quello che il turista vorrebbe  vivere. Si alimenta spesso questo tipo di esperienza per incrementare il flusso in un sistema che tende sempre a concentrarsi sul proprio fatturato. Quindi questa può essere l’occasione per rivalutare tutto e offrire esperienze sensazionali. Dal momento che gli assembramenti sono vietati e i flussi all’interno dei musei saranno controllati, i turisti possono avere la possibilità di vivere l’autenticità di un posto in tutta la sua bellezza, privo della folla che spesso all’interno di un museo distrae il turista. Regalare al viaggiatore il tempo per assaporare ciò che lo circonda, in uno spazio esclusivo, intimo è un qualcosa che di rado abbiamo incontrato e che ci piacerà. Dobbiamo pensare ad un turismo sostenibile che non alimenti l’inquinamento, adesso che la terra ha avuto tregua per respirare (pensiamo ai ritrovati delfini a Venezia), un mondo rigenerato dall’attività frenetica dell’uomo è un qualcosa da dover conservare anche in questo post Covid come se dopo iniziasse per noi una nuova era. Abbiamo più tempo per pensare, cercare di capire le esigenze del turista, soddisfare le sue richieste, tenerlo quasi per mano. Tutto questo è parte fondamentale del nostro lavoro e rappresenta la migliore campagna per ritrovare la nostra immagine nel mondo.

Un turista soddisfatto ritornerà sempre nei luoghi che ricorda con nostalgia. A me stessa è capitato di coltivare nel corso di questi anni rapporti con ospiti che ormai sono diventati parte integrante della mia famiglia , continuiamo a sentirci anche per un semplice “come stai” ed è per questo che ho creato anche uno slogan “Arrivi come ospite ed entri in una famiglia”. Non sono solo parole, è quello che vivo realmente stando nel mio piccolo mondo, la mia concezione di fare accoglienza. Una casa pronta ad accogliere tutti, una casa che tutti ritroveranno sempre aperta qualora desiderano condividere dei nuovi momenti insieme.

Adesso possiamo godere del nostro lavoro e riorganizzarlo diversamente, senza correre a mille miglia, vivendo semplicemente di quello che abbiamo anche se oggi risulta ben poco. Possiamo avere il tempo di assaporarne i risultati, la gratificazione di guardare negli occhi qualcuno e avere il tempo di ridere insieme. La consapevolezza che per un turista straniero l’esperienza, l’accoglienza italiana è un qualcosa di straordinario e di unico al mondo ed è proprio questo mondo che, una volta a casa, mancherà talmente tanto che saranno disposti a ripartire per rivivere una nuova esperienza. Il nostro bel paese è capace di far sognare, in qualunque fase. 

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