Boom di sofferenze nelle banche: negli ultimi 12 mesi sono cresciute del 23% arrivando a sfiorare quota 145 miliardi di euro. La fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito è quella delle imprese (99 miliardi). Le “rate non pagate” dalle famiglie valgono oltre 30 miliardi mentre quelle delle imprese familiari più di 12 miliardi. A 1,8 miliardi ammontano invece le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Complessivamente le sofferenze ora corrispondono al 10,09% dei prestiti bancari (1.432,8 miliardi), in aumento rispetto al 7,95% di un anno fa. Questi i dati principali di un rapporto del Centro studi Unimpresa.
Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 117,6 miliardi di settembre 2012 ai 144,5 miliardi di settembre 2013 (+22,86%) in aumento di 26,8 miliardi. Nel dettaglio, la quota delle imprese è salita da 78,4 miliardi a 99,1 (+26,34%) in aumento di 20,6 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 26,7 miliardi a 30,8 miliardi (+15,33%) in salita di 4,1 miliardi. Per le imprese familiari c’è stato un aumento di 1,7 miliardi da 10,8 miliardi a 12,6 miliardi (+16,41%). Le “altre” sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 1,5 a 1,8 miliardi (+21,81%) con 331 milioni in più.
Credit crunch senza fine: -47 mld a privati in un anno
Parallelamente c’è la serrata dei rubinetti del credito. Il giro di vite sui finanziamenti ammonta a quasi 47 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi. Nell’ultimo anno i prestiti bancari sono calati al ritmo di 3,9 miliardi al mese. Da settembre 2012 a settembre 2013 il totale dei finanziamenti al settore privato è diminuito di 46,8 miliardi di euro passando da 1.479,6 miliardi a 1.432,8 miliardi. Una riduzione che interessa sia le famiglie (-6 miliardi) sia le imprese (-40,8 miliardi). Le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, del 3,17% nell’ultimo anno. Particolarmente grave il quadro per le imprese: nell’ultimo anno le aziende hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di tutti i tipi di durata. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese è sceso da 869,8 miliardi a 828,9 miliardi con una diminuzione di 40,8 miliardi (-4,70%). Analoga situazione per le famiglie: in dodici mesi meno credito al consumo per 1 miliardo (-1,68%) da 59,7 miliardi a 58,7 miliardi e meno prestiti personali per 1,1 miliardi (-0,61%) da 183,8 miliardi a 182,7 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie è calato da 609,8 miliardi a 603,8 miliardi con una diminuzione di oltre 6 miliardi (-0,98%).
Longobardi: “Preoccupati per ulteriori restrizioni credito”
“Ci preoccupano le recenti dichiarazioni del presidente Abi, Antonio Patuelli, il quale ha detto che le banche dovranno selezionare ancora di più il credito proprio a causa della crescita delle sofferenze. A nostro avviso, il calo registrato progressivamente negli ultimi anni è già la conseguenza di una restrizione delle condizioni. Se gli istituti hanno intenzione di irrigidire ulteriormente i criteri, allora vuol dire che di denaro per le imprese, ma anche per le famiglie ce ne sarà sempre meno” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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