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SCUOLA: LONGOBARDI (UNIMPRESA), BASTA DAD, RIPARTIRE IN PRESENZA

«I giovani, i nostri figli sono una priorità: la scuola deve ripartire e deve ripartire in presenza. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sta agendo bene e sta facendo il massimo per il ritorno in aula di tutti gli studenti italiani. La didattica a distanza è stata uno strumento di emergenza che non può e non deve diventare un sistema strutturale di insegnamento. L’utilizzo di dispositivi digitali ha consentito alla scuola di proseguire durante una situazione imprevista causata dalla pandemia, ma, allo stesso tempo, ha mostrato non pochi limiti e conseguenze negative sia sul piano della stessa didattica, a cagione di non irrilevanti problemi tecnici, sia sul versante della socialità e dello sviluppo sociale dei bambini e dei ragazzi».

Lo dichiara il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi. «È evidente che le aule non hanno rappresentato zone di contagio del Covid, poiché le accortezze sul ricambio d’aria e sull’utilizzo sistematico dei dispositivi di protezione individuale, il senso di responsabilità dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, a tutti i livelli, hanno garantito la massima sicurezza: ne consegue che la chiusura delle scuole, come inspiegabilmente auspicato da più parti, non arginerebbe la diffusione del virus. Il nostro è un appello fatto sia in veste di genitori e nonni sia in quanto rappresentanti di imprese che guardano con preoccupazione oltre che con responsabilità alla formazione e alla crescita della futura classe dirigente del Paese, di nuovi imprenditori, di studenti che a breve saranno inseriti nel mercato del lavoro e devono farlo trovandosi nelle migliori condizioni possibili, con il più importante livello di formazione, anche come persone. La scuola forma donne e uomini della nostra società, quella di domani» aggiunge Longobardi. Secondo il presidente onorario di Unimpresa «una società moderna e civile che guarda con lungimiranza al futuro si basa su sistemi di istruzione innovativi, ma i pilastri classici della scuola, che si fondano sull’apprendimento e sul lavoro in aula, non possono essere sostituiti da monitor, tastiere, microfoni né da alcun algoritmo. La mente dell’uomo richiede un allenamento che è fatto anche (e soprattutto) di confronto intellettivo di persona».

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