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Ricatto in webcam su Skype e Facebook: cosa fare contro la truffa

di Paolo Lecce (http://www.paololecce.com/)

La truffa con ricatto in webcam su Skype e Facebook si evolve: ecco gli ultimi aggiornamenti dopo le segnalazioni e cosa fare per risolvere.

È la truffa per eccellenza contro i navigatori inconsapevoli: il ricatto in webcam su Skype e Facebook – ma anche su altri strumenti social – operato da presunte sexy interlocutrici, ma in realtà da organizzazioni di cyber-criminali ubicate per lo più nel Nord-Africa.

Come avviene la truffa

Le modalità della truffa sono ormai note e il più delle volte a tutti capita nel seguente schema: 

  • una richiesta di amicizia su Facebook da una avvenente sconosciuta;
  • una chiacchierata su una chat molto frequentata (abbiamo ricevuto segnalazioni di profili falsi su Badoo, 77chat e diverse altre chat con accesso libero o dietro registrazione in giro per il web) e poi l’aggancio.

Il primo errore è dare il proprio profilo Facebook ad uno sconosciuto: in quel momento abbiamo messo alla mercé del truffatore tutti i nostri dati personali, contatti, amicizie (e fidanzate…). 

Anche se ci si sposta su Skype cambia poco: spesso si tende ad utilizzare per il software di video conversazione, lo stesso indirizzo e-mail utilizzato per Facebook.

A quel punto il truffatore può fare il percorso a ritroso, inserire l’indirizzo e-mail nella casella di ricerca di Facebook e trovare il nostro profilo, con tutti i contatti possibili (amici, indirizzo, a volte numero di telefono), resi pubblici dall’utente in maniera più o meno consapevole.

La truffa in webcam si evolve ed è sempre più complessa (checkblacklist.it)

Quando inizia la chiacchierata piccante in webcam, il truffatore sta utilizzando un programma di registrazione del flusso video in streaming e sta quindi memorizzando tutto ciò che viene inviato tramite la nostra webcam su Skype o Facebook (sono disponibili centinaia di programmi gratuiti e non illegali che consentono di registrare i flussi video su internet).

La sexy-truffatrice (in realtà ricordate che dall’altra parte del pc c’è sempre un criminale, ndr), fino a qualche mese fa chiedeva di mostrare il viso. Ora si accontenta di avere una qualsiasi immagine proveniente dalla vostra webcam: a quel punto inizia il ricatto.

Solitamente il video viene caricato su YouTube e viene inviato immediatamente alla vittima un link, con la minaccia di condividere il video tra i contatti (recuperati spesso da Facebook), se in cambio non si paga una somma (le richieste vanno dai 1000 ai 10000 euro), spesso su un conto Western Union.

Il truffatore punta al panico del truffato e alla sua inesperienza sul web: vedendosi ritratto in un video equivoco – nel cui titolo spesso appare il proprio nome e cognome – la vittima verrà pressata alla ricerca del pagamento di una somma di denaro per far cessare il ricatto. In molti ci sono cascati e hanno pagato. Il consiglio principale è sempre solo uno: non pagate mai. Sono soldi buttati, e nessuno vi assicura che il ricatto non verrà ripetuto.

Sempre grazie alle segnalazioni, abbiamo scoperto una evoluzione della truffa con ricatto in webcam su Skype e Facebook. 

Vedendo che molte vittime ignoravano le minacce, le organizzazioni criminali si sono spinte più in là.

Come? Innanzitutto utilizzando spesso immagini video che nulla hanno a che vedere col truffato: video preconfezionati in cui la vittima (il cui nome e cognome appare nel titolo del filmato) si denuda o si masturba, anche se il tutto non è mai accaduto.

Oppure, ancora peggio, si punta allo spauracchio pedofilia: ci hanno segnalato di essere stati “immortalati” in video il cui titolo era “Nome cognome SI MASTURBA DAVANTI AD UNA BAMBINA DI 10 ANNI / 12 ANNI“. Dove non arriva il “semplice” ricatto – magari ai danni di una persona che non ha particolari timori riguardo alla propria privacy – ci si prova con l’ombra della pedofilia, e del terrore che può causare vedere il proprio nome abbinato ad atti osceni e all’idea di un uomo che si masturba davanti ad un minorenne.

Altro che fanciulle discinte: la maggior parte delle organizzazioni criminali del sexy ricatto è composta da uomini del Nord-Africa… (anarchia.com)

Finte mail e minacce

Ultima evoluzione della truffa e del ricatto in webcam su Skype e Facebook: l’invio di finte e-mail firmate YouTube, Google o CIA, in cui si minacciano in lingua inglese (spesso approssimativa) gravi sanzioni o l’arresto a causa della presenza online del video incriminato con il proprio nome e cognome. Occhi ed orecchie ben aperte: tutte le mail che vi arrivano dopo il fattaccio firmate YouTube, Google, CIA, FBI o polizia postale sono assolutamente false. 

Cosa può fare un Investigatore Privato per aiutarvi contro la truffa

Il primo consiglio:

  • Non perdere la calma;
  • Cedere i contatti all’Investigatore Privato che gestirà le future comunicazioni con i truffatori e ritarderà le promesse di pagamento con la volontà di non pagare assolutamente nulla;

L’INVESTIGATORE PRIVATO SEGUIRA’ IL SEGUENTE ITER:

  • Prenderà nota di tutti i contatti possibili del ricattatore: nome utente, indirizzo e-mail e foto di qualsiasi tipo. Provvederà a comunicarne estremi di denuncia alla Polizia Postale, anche se data la mole di casi, è una prassi piuttosto inutile
  • Bloccherà il truffatore su tutti i social tramite i quali vi ha contattato, incluse le eventuali chat con registrazione (Badoo, etc) nelle quali possano essere presenti vostri contatti di qualsiasi tipo
  • Segnalerà il video a YouTube per nudità o contenuti osceni. YouTube non “incrimina” voi per il video, neanche se c’è il vostro nome e cognome. La violazione è dell’account che lo ha caricato, cioè quello del truffatore. Nella stragrande maggioranza dei casi il video non sarà pubblico, ma “non in elenco”. Ossia soltanto chi conosce il video (cioè voi che avete il link) può vederlo. Le visualizzazioni del video saranno quindi bassissime, presumibilmente solo le vostre e quelle del truffatore, che cercherà di far salire il contatore per intimorirvi. Dopo la segnalazione, YouTube rimuoverà il video nel giro di poche ore, a volte minuti.

A questo punto il problema è quasi risolto, ma potrebbe capitare di ricevere ancora sul cellulare sms fake con minaccie di qualsiasi tipo:

  • L’Investigatore Privato vi assisterà nel controllo di qualsiasi mail di avvertimento o minaccia, qualsiasi sia il mittente. Truffatore, YouTube, Google o “CIA/FBI”. A parte quella del ricattatore, sono tutte mail false per intimorirvi, fino a debellarne la fonte.
  • Se avete fornito involontariamente contatti Facebook al vostro ricattatore, il rischio è più quello della reputazione che altro. Per quanto non sia proprio intellettualmente onesto, si può procedere con un finto problema di profilazione, il più semplice è quello di pubblicare su Facebook o inviate in posta privata ai vostri amici uno status in cui avvisate di essere stati vittima di un virus. Ed invitate a non cliccare su nessun link inviato da sconosciuti nei commenti o in posta privata, anche e soprattutto se c’è il vostro nome.

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