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Paradoxical Pizza: specialità regionale, cibo globale e/o patrimonio dell’Umanità?

Paradoxical Pizza: specialità regionale, cibo globale e/o patrimonio dell’Umanità?

Lunedì 13 luglio 2015 – ore 19.00
Auditorium, Padiglione Italia

La Società geografica Italiana in collaborazion con UNIMPRESA hanno il piacere di informarvi che saranno presente ad EXPO 2015 il giorno 13 luglio, nell’Auditorium del Padiglione Italia. All’interno del ciclo di seminari su Paesaggi e prodotti tipici, organizzato da questo sodalizio, si terrà l’incontro dal titolo “Paradoxical Pizza: specialità regionale, cibo globale e/o patrimonio dell’Umanità?”.

Nata a Napoli dall’incontro fra una tradizione regionale millenaria, la pita mediterranea, e un immigrato d’oltreoceano, il pomodoro, la pizza rappresenta un paradosso di scala, un cibo contemporaneamente locale e globale. È locale, perché esibisce una storia centenaria, modi di consumo e di vendita che fanno parte del paesaggio urbano caratteristico di uno specifico sito, la città di Napoli; ed è anche globale, in quanto emigrando negli Stati Uniti agli inizi del Novecento al seguito dei napoletani che vi andavano a cercare lavoro, là è stata trasformata, diventando non solo un cibo “ibrido”, ossia un piatto tipico degli italo-americani (come la pepperoni pizza) ma addirittura un piatto reinventato a livello industriale, divenendo “americana” a tutti gli effetti e,in quanto tale, ripartire alla conquistare il mondo. A fianco della pizza “americana”, alta, standardizzata nella preparazione di base e poi arricchita di ingredienti diversi come l’ananas o i bastoncini di pesce, che si può gustare in Cina o in Corea, tuttavia, anche la pizza “napoletana”, flessibile anch’essa e capace di adattarsi a sapori “nuovi” come il tartufo o i funghi porcini, ma soggetta ad una lavorazione artigianale molto più esperta ed accurata, si sta affermando in luoghi disparati come il Giappone e Dubai, grazie alla presenza di catene di franchising “di qualità” e a quella di piccoli imprenditori che mirano alla diffusione di un prodotto dall’attenta lavorazione artigiana. Oltre che in pizzeria, la pizza si mangia poi anche a casa. Anche in questo caso, gli Stati Uniti hanno lanciato prodotti industriali che inizialmente richiamavano l’origine napoletana del prodotto (la pizza in scatola di Chef Bo-yard-dee), poi si sono affermate soprattutto le pizze surgelate e quelle consegnate a domicilio da catene come Domino’s Pizza. Oggi, la pizza è il cibo preferito dalla maggioranza degli americani, è ciò che si mangia quando ci si trova con gli amici per festeggiare il Super Bowl, è celebrata persino dall’abbigliamento (esistono magliette “I love pizza”) e dai cartoni animati (all’interno della serie di Cartoon Network Uncle Granpa, esiste infatti un personaggio che si chiama Pizza Steve). Se Pizza Steve aiuta a sottolineare come la pizza sia icona alimentare della simpatia e del divertimento, lo sforzo dei piazzaioli napoletani per garantire la virtù del prodotto artigianale e delle sue tecniche di lievitazione, mirato a garantire che la pizza rimanga sempre una preparazione controllata e di alta qualità. Per questo, merita di essere condiviso lo sforzo di chi sta promuovendo il riconoscimento dell’arte dei pizzaioli napoletani come “patrimonio immateriale dell’umanità” da parte dell’Unesco.

Parteciperanno
Elena dell’Agnese, International Geographical Union,
Vincenzo Matera, Università di Milano-Bicocca
Alfonso Pecoraro Scanio, Fondazione Univerde
Franco Manna, Rosso Pomodoro
Coldiretti
Lucia Leonessi UNIMPRESA

Coordina Sergio Conti, Società Geografica Italiana

 

Allegati: locandina Paradoxical Pizza