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OSINT – STRUMENTO DI SPIONAGGIO

Di Paolo Lecce

Cos’è e come viene usato

OSINT, acronimo di Open Source intelligence, viene definita così l’attività di raccolta di informazioni tramite le fonti di consultazione derivanti dal pubblico accesso.

Nient’altro che il magazzino di informazioni messo a disposizione dei social network e da Google per la rilevanza delle informazioni personali di ognuno degli utenti di internet.

Utilizzato in larga scala dalle società di investigazione privata ma anche dagli organi di Stato per reperire nozioni su persone indagate.

I modi per difendersi dall’open source intelligence sono racchiusi spesso nelle proprietà di impostazione della privacy dei social network stessi e possono essere impostate da ognuno degli utenti.

Tuttavia, soprattutto gli organi di intelligence dello Stato, ne avranno comunque libero accesso di queste informazioni private, così come anche, seppur in minor misura, le agenzie investigative accreditate e riconosciute oltre che autorizzate dalle procure italiane.

Selezionare accuratamente i fattori da condividere tra cui: foto, eventi, ricorrenze, pensieri scritti, ecc…, è un altro ulteriore mezzo di misura con cui evitare di rendere troppo pubblica la propria persona e la vita privata.

Ma cosa è l’OSINT nello specifico? La risposta arriva direttamente dalle nozioni del web e Wikipedia ad esempio la definisce così: “La Open Source INTelligence, acronimo OSINT (in italiano: ‘Intelligence su fonti aperte’, è quella disciplina dell’intelligence che si occupa della ricerca, raccolta ed analisi di dati e di notizie d’interesse pubblico tratte da fonti aperte”.

Nelle operazioni di itelligence il termine OSINT si riferisce a tutte quelle che sono le fonti pubbliche liberamente accessibili in contrapposizione a fonti segrete e coperte.

Le fonti informative utilizzate nell’ambito delle investigazioni OSINT in genere sono le seguenti:

  • Mezzi di comunicazione: giornali, riviste, televisione, radio e siti web
  • Dati pubblici come ad esempio i rapporti dei governi, i piani finanziari, i dati demografici, i dibattiti legislativi, le conferenze stampa, i discorsi pubblici e gli avvisi aeronautici e marittimi
  • Osservazioni dirette come le fotografie di piloti amatoriali, ascolto di conversazioni radio ed osservazione di fotografie satellitari, quest’ultime prese in considerazione solo quelle ad alta risoluzione come per esempio quelle riprese da Google Earth. Quest’ultimo ha fra l’altro consentito di estendere la possibilità per le attività di Open Source Intelligence di accedere ad aree che in precedenza erano disponibili solo alle maggiori agenzie governative di spionaggio
  • Professionisti e studiosi, i quali operano in conferenze, simposi, lezioni universitarie, associazioni professionali e pubblicazioni scientifiche

L’OSINT però non opera solo come strumento di raccolta e di ricerca investigativa, infatti le sue informazioni vengono definite di ‘dimensioni geospaziali’ ed alcuni esempi di questa definizione sono le copie materiali e o digitali di mappe, atlanti, repertori geografici, progetti di porto, dati gravitazionali, aeronautici, nautici, geodetici, geo-antropici, ambientali, di iconografia commerciale, iper e multi spettrali lidar, foto aeree, web service, mash-up di dati spaziali, ecc… e la maggioranza di questi dati è trattato con un software del tipo GIS.

L’OSINT dunque non è altro che la ricerca e la raccolta di informazioni da risorse aperte ed esiste almeno da un centinaio di anni denominato di volta in volta, con nomi diversi.

Negli Stati Uniti l’aspetto dell’OSINT ha sempre generato un conflitto di vari interessi sulle modalità necessarie per ottenere informazioni, fra il governo, i militari ed anche il settore privato sempre più alla ricerca anch’esso di nozioni da fagocitare ed elaborare.

Internet, nella sua natura globalizzata e globalizzante nell’insieme di una comunità sempre più cosmopolita, ha consentito specie negli ultimi venti anni, di ottenere informazioni istantanee e di ottemperare ricerche avanzate sui media e ciò adempie alla richiesta incessante degli organi di intelligence di ottenere previsioni ricavate da fonti pubbliche e non classificate.

Di contro però, in passato, nonostante l’antica provenienza delle attività di OSINT, c’è stata una strana riluttanza da parte delle agenzie governative ad utilizzare queste fonti di informazione e a convincersi di disporne con i loro flussi che presentavano comunque una validità nozionale proveniente dalle comunicazioni di massa, dai registri pubblici ed addirittura dalle istituzioni scolastiche.

Anche nel mondo del giornalismo accreditato e dei media riconosciuti dal governo sussiste questa attività di imporre domande nel web e ricavarne materiale da pubblicare, ma di contropartita, la raccolta illegale di dati comporta condanne penali anche piuttosto rilevanti.

Tale raccolta illegale di dati da parte di intelligence stranieri o di apparati militari esterni e o non governativi è definito ‘spionaggio’, nonostante lo spionaggio ai fini di reperimento delle informazioni per conto del proprio Stato, fin dalla antichità è stato considerato un normale esercizio di potere del tutto legalizzato.

Le strutture di intelligence all’interno dei vari stati sono obbligate a capire con estrema celerità e con indubbia facilità, ciò che si annida dietro lo spettro delle culture straniere al fine di limitare, arginare e immobilizzare, quelle che possono essere ad esempio, le minacce terroristiche.

Inoltre, le informazioni di Open Source consentono di ottenere le basi militari per comprendere il materiale classificato di altri Paesi.

Altra funzione particolarmente interessante di OSINT è quella di poter proteggere le informazioni e i metodi con cui esse sono state ricavate, infatti questa tecnica viene spesso usata dalle autorità politiche allorquando vogliano esporre i motivi di talune scelte oppure nella comunicazione con corrispondenti stranieri, senza in quel caso compromettere la vera fonte che rimane così classificata.

OSINT dunque, può essere definito uno strumento a doppio taglio senza impugnatura e comunque mette in chiaro le informazioni anche private di qualunque cittadino.

Come dire – direbbero i complottisti – che siamo spiati anche nella nostra maggiore intimità.

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