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Oggi la legge di stabilità al consiglio dei ministri

Un nuovo colpo di scure sulle spese legate a sanità, ministeri, regioni, pubblico impiego. Servirà innanzitutto a scongiurare il previsto aumento dell’Iva nella seconda metà del 2013, a detassare il salario di produttività e a finanziare una serie di spese indifferibili, come quelle legate al trasporto pubblico locale, all’autotrasporto o al 5 per mille. Oggi arriva la legge di stabilità al consiglio dei ministri. Che potrebbe avvicinarsi a una vera e propria manovra sui conti pubblici. I tagli, ai quali da mesi sta lavorando il commissario Enrico Bondi, eviteranno l’aumento dell’Iva e probabilmente finanzieranno la defiscalizzazione del salario di produttività. Sempre sul fronte fiscale, sono attese correzioni nel riparto del gettito Imu, tra Stato e Comuni, ma si tratterebbe di una norma solo procedimentale. Possibili correzioni anche per l’Imu che grava sui capannoni produttivi. La legge di stabilità, che appunto non dovrebbe essere proprio tabellare, dovrebbe valere almeno 10 miliardi di euro. Oltre alle risorse che arriveranno dalla spending review, un paio di miliardi potrebbero essere reperiti con la revisione degli sconti fiscali. Solo per evitare l’aumento dell’Iva servono 6,5 miliardi di euro. Il resto dovrebbe essere suddiviso tra la misura sul salario di produttività e le spese non rinviabili. Lo stop all’aumento dell’imposta sui consumi è praticamente certo. Sulla detassazione del salario di produttività si studiano nuovi paletti, per garantire che quelle risorse siano davvero investite per avere maggiore produttività da parte delle aziende e per quindi spingere la competitività del sistema Paese. In ogni caso si parla di risorse necessarie per diverse centinaia di milioni di euro. Il lavoro prosegue in queste ore perché restano sul tappeto una serie di problemi aperti. Per esempio quello degli esodati e delle modifiche chieste dalla maggioranza alla riforma delle pensioni. Un pacchetto che da solo costa 5 miliardi di euro. Sul capitolo infrastrutture potrebbe esserci invece una parola definitiva per il Ponte sullo Stretto; la legge di stabilità dovrebbe contenere infine delle misure per rimuovere le condizioni di favore di cui gode Ryanair.

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