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Misure introdotte in tema lavoro dal nuovo decreto sostegni bis

di Giovanni Assi, Consigliere nazionale Unimpresa Lavoro e Welfare

Così non si riparte, il titolo IV del decreto sostegni bis in materia di lavoro, ancora una volta nel solco dei precedenti decreti fin qui adottati anche dal  Governo Conte, rappresenta pressoché esclusivamente un provvedimento di “politiche passive” e che neanche minimamente contribuisce a rilanciare ed incentivare le imprese e conseguentemente a promuovere l’occupazione, vera piaga di questa pandemia con 945 mila posti di lavoro andati via ed altri dai 300 ai 600 mila pronti ad evaporare allo spirare del blocco dei licenziamenti che con un colpo di spugna all’ultimo istante è stato riproposto.

Tutte le risorse sono destinate a finanziare politiche assistenzialistiche che per quanto necessarie ed importanti a sostenere i lavoratori e le loro famiglie, se lasciate “sole”, non serviranno a restituire a tali lavoratori un futuro basato sulla ripartenza delle loro imprese con la conseguenza che terminati questi ultimi piccoli aiuti il problema si ripresenterà più forte di prima. E non si può neanche pallidamente pensare che con il contratto di rioccupazione  un’azienda assuma a tempo indeterminato un lavoratore con il contratto di rioccupazione solo perché ha 6 mesi di sgravio contributivo, non comprendo neanche il 10% del costo del lavoro.

Servivano, e adesso ancora di più, servono, misure forti e concrete di sostegno all’occupazione, con politiche attive forti per il rilancio delle nostre imprese, che premino le aziende che non licenziano ed ancora di più quelle che assumono magari reintroducendo nel mercato del lavoro quei lavoratori espulsi da settori più in crisi, nel decreto non vi è nulla di tutto questo.

Perché continuare a spendere soldi pubblici per pagare casse integrazioni in aziende ahimè ormai al capolinea e che licenzieranno all’alba del primo giorno utile dopo il divieto di licenziamento piuttosto che investire quelle risorse per le aziende che tra mille difficoltà continuano ad investire dando loro sgravi contributivi ed abbassando il costo del lavoro?
Le aziende ed i loro lavoratori attendevano be altro, ci si auspica adesso la tanto richiesta riforma del lavoro.

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