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L’importanza delle investigazioni in Open source intelligence nella guerra in atto in Ucraina

di Paolo Lecce

Se si pensa che le Attività Investigative siano così lontane e non abbiano nulla a che vedere con una guerra ai giorni nostri, ECCO….  si sbaglia di grosso.

Le Attività Investigative Open source intelligence sono di straordinaria importanza in una Guerra combattuta al giorno d’oggi.

Se si pensa che le trasmissioni radio dei soldati russi sono state intercettate attraverso la rete direttamente dagli Hacker, quella stessa rete che va ad alimentare il più grande database del mondo per acquisire informazioni che è il WEB, ebbene se ne comprende l’importanza.

E’ bastato il lavoro di un’unità investigativa del New York Times, specializzata in reportage acquisite attraverso la Open Source Intelligence, che utilizzando materiale disponibile nella rete, come immagini satellitari, registrazioni di telefoni cellulari,  registrazioni telecamere di sicurezza configurate in WiFi o addirittura geolocalizzazione condivise con strumenti internet, utilizzate dai soldati RUSSI, è riuscita a ricostruire l’attacco imminente in una città dell’ Ucraina e a sventarla. Addirittura, sono state acquisite attraverso la RETE, le conversazioni dei soldati RUSSI tra di loro e con i loro comandi e anche alcune volte con le rispettive famiglie.

Ebbene SI, le investigazioni attraverso la rete rappresentano una importantissima fonte di informazioni, le quali hanno sostituito radicalmente l’attività dei servizi segreti svolti in presenza, oggi un bravo hacker è alla stregua dei Servizi Segreti e riesce spesso ad ottenere tutto su una persona proprio attraverso la rete.

Ed è così che dopo la creazione della Agenzia Italiana per la Cybersicurezza anche i maggiori Enti e le Aziende di importanza Nazionale e Internazionale si stanno rivolgendo a investigatori Privati specializzati in OSINT è in SOCMINT che non si limitano a utilizzare semplici strumenti, comunque molto efficaci come MALTEGO, ma bensì utilizzano tutte le chiavi e i software per scandagliare la rete ed ottenere da essa qualsiasi notizia ed a qualsiasi costo.

Ed è così che tutto viene rilasciato in rete, le trasmissioni dei SOLDATI RUSSI, le trasmissioni delle RADIO UCRAINE, le richieste in cui soldati si lamentano della mancanza di rifornimenti nonché le richieste di riparazione per apparecchiature difettose e tutte quelle notizie difficili da reperire nelle precedenti guerre che oggi sono disponibili in rete per chi è capace di acquisirle.

Ed è così che anche nel corso della guerra in atto si sono sviluppati dei nuovi professionisti, creati dai rispettivi regimi RUSSI e UCRAINI, che utilizzando la rete, svolgono l’attività di veri e propri spazzini, intervenuti per cancellare quelle notizie che potrebbero nuocere il proprio paese a vantaggio del nemico, ma mentre la guerra fisica si combatte in terra in uno spazio ristretto, la vera guerra informatica si sta combattendo nella rete, ovunque nel mondo; Mentre gli spazzini dei singoli governi coinvolti sono all’opera per cancellare dati che potrebbero nuocere i rispettivi paesi, migliaia di hacker sono alla ricerca di dati riservati da vendere e rendere di pubblica utilità, per cui il vero esercito degli hacker mondiale sta guadagnando tantissimo da questa guerra vendendo i dati in rete a vantaggio della verità una volta acquisita e messa in rete pubblicamente, anche se a caro prezzo, a vantaggio della comunità mondiale.

Per cui cari utenti se pensate che i vostri messaggi privati scambiati per WhatsApp, Telegram, Signal, Messanger e qualsiasi altro social che per funzionare ha bisogno di uno Smartphone collegato in rete sia sicuro, beh sbagliate di grosso, perché i dati che voi scambiati rimangono impressi nella rete e sono, grazie ad alcuni vostri consensi che avete lasciato inconsapevolmente alla merce di qualsiasi hacker, accessibili e leggibili.

Alla luce di questo non uccidete i piccioni, perché potrebbero esservi utili per scambiare informazioni che ritenete riservate. Certo dovreste prima ammaestrarli, ma di questo ne parliamo magari un’altra volta.

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