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Le produzioni tipiche leva per lo sviluppo territoriale. Il caso della Campania

Autore: Fabio Pollice
Titolo: Le produzioni tipiche leva per lo sviluppo territoriale. Il caso della Campania
Formato: cm. 17×24
Anno: 2012
Editore: Giannini
Prezzo: gratuito per gli associati Unimpresa

Le ragioni che hanno spinto Unimpresa a promuovere uno studio sulle produzioni tipiche e sul ruolo che queste possono avere nelle dinamiche di sviluppo delle aree rurali; aree che rischiano una progressiva marginalizzazione economica e produttiva in conseguenza della globalizzazione economica e delle difficoltà competitive dell’agricoltura italiana nel più ampio scenario mondiale. L’approfondimento sulla Campania e sulla mozzarella di bufala, che ne costituisce il prodotto tipico più rappresentativo, è un omaggio alle origini di questa Associazione – nata sulle sponde del Golfo di Napoli ed oggi attiva in tutte le regioni d’Italia – e ad uno dei suoi obiettivi costitutivi; un obiettivo, tuttora vivo e centrale  nelle strategie di Unimpresa: quello di contribuire allo sviluppo delle regioni meridionali, affinchè il Mezzogiorno possa dispiegare appieno il proprio potenziale economico e produttivo e annullare i divari che oggi lo caretterizzano. Un divario che, come dimostra il nostro  Rapporto, si manifesta anche con riferimento alle produzioni tipiche; un comparto che pure avrebbe eccellenti opportunità di sviluppo in un territorio, quale quello meridionale, caretterizzato da un quadro agronomico ampio e diversificato e da una altrettanto ricca e consolidata tradizione agroindustriale. In linea generale il Rapporto ci consegna l’immagine di un comparto che, pur avvertendo i segni della crisi e risentendo spesso di una politica di sostegno non sempre efficace e puntuale, continua a crescere sia in termini economici che produttivi, proponendosi come forza propulsiva del nostro sistema agroalimentare. Una crescita, quella delle produzioni tipiche, che in molti contesti territoriali si intreccia, in un rapporto di interdipendenza e di reciprocità, con quella turistica; favorita, quest’ultima, dall’eccellente trend espansivo del turismo enogastronomico., eppure, esistono evidenti differenziazioni regionali nello sviluppo di questo comparto, così esistono differenze altrettanto significative sul fronte della promozione commerciale di queste produzioni con prodotti che hanno orami raggiunto una distribuzione di livello internazionale ed altri che restano relegati ad un mercato strettamente  locale. Se in alcuni casi queste differenze sono determinate dalla tipologia dei prodotti e dai limitati potenziali produttivi delle aree di origine, in altri appaiono come il risultato di difficoltà di ordine competitivo che un’efficace politica di sostegno potrebbe contribuire ad eliminare. Dal Rapporto emerge dunque l’esigenza di sviluppare un’azione congiunta e coordinata tra attori pubblici e privati per promuovere le produzioni tipiche e accompagnare i territori ad una piena valorizzazione delle proprie potenzialità sia nel comparto specifico dell’agroalimentare  tipico, sia in quelli ad esso collegati, facendo in modo che si dispieghino appieno gli effetti propulsivi derivanti dall’interazione sinergica tra le diverse componenti economiche-territoriali.

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