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La responsabilità civile e penale nei gruppi WhatsApp

di Paolo Lecce

Oggi voglio affrontare un argomento troppe volte dimenticato o sottovalutato.

Un membro di un gruppo WhatsApp può essere punito per reati che si verificano all’interno del gruppo?

L’argomento è delicato, e alcune recenti decisioni hanno finito per ravvivare ulteriormente le discussioni, che hanno già raggiunto i tribunali e interessato l’intervento di professionisti in ambito investigativo sia in ambito penale.

Il gruppo WhatsApp è equiparato a qualsiasi “ambiente digitale” di qualsiasi social.

Per tale motivo, in primo luogo, le persone devono essere consapevoli che “l’ambiente digitale” non è altro che una forma di espressione del pensiero, della creazione, dell’espressione e dell’informazione effettuata dagli uomini con l’aiuto di un hardware (computer, tablet, smartphone); pertanto, gli uomini vivendo in una società democratica, regolata da diritti e doveri, libertà e limiti devono attenersi al buon comportamento.

“La circostanza” espressione della volontà di un individuo all’interno di un ambiente virtuale, non esime questi dagli effetti giuridici determinati da quanto comunica e regolati dalla legge italiana, sia per imporre una proposta commerciale, sia per rispondere civilmente e penalmente per un attacco all’interesse privato e legale di un’altra persona che in un gruppo WhatsApp è pubblicamente condiviso.

Per puntualizzare, le persone sono ancora se stesse (per quanto molti se ne dimentichino) su Internet, su WhatsApp, su Facebook o su Instagram e anche nei social vige la Legge prima dell’autority dei social utilizzati e poi quella della nostra nazione l’Italia. Ogni nazione nel mondo ha la sua legge e WhatsApp è internazionale.

Accade così che l'”ambiente digitale” abbia offerto opportunità per tutti i tipi di manifestazioni, alcune più coraggiose di quelle che si verificherebbero dal vivo, perché i loro autori credono di essere protetti nel mondo digitale.

La Costituzione Italiana prevede nei principi fondamentali:

Art. 1. – L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2. – La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3. – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali

Art. 24. – Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.

Questi sono solo alcuni esempi di diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione Italiana che potrebbero essere da alcuni incautamente e involontariamente violati nell’ambiente virtuale: un razzista su un qualsiasi ambiente virtuale (che sia WhatsApp, Facebook, Twitter, Linkedin. TikTok, Instagram) è comunque di fronte alla Legge un razzista e commette un reato, anche se sta solo usando il cellulare, nascondendosi in casa sua.

È comprensibile che l’applicazione logica dei principi generali di diritto nell’ambiente virtuale vale anche per i gruppi WhatsApp. Se inviti le persone a un “incontro” (di persona o attraverso la creazione di un gruppo), è necessario prestare attenzione per mantenere l’ordine in casa.

A tal riguardo elenco Le violazioni che è possibile commettere su WhatsApp:

  1. divieto di utilizzo di WhatsApp per chi ha meno di 16 anni;
  2. divieto di inserire una persona in un gruppo WhatsApp senza averne ricevuto il consenso;
  3. divieto di inoltrare screenshott di WhatsApp con le conversazioni private ricevute da un utente a soggetti terzi;
  4. divieto di inoltrare foto o video di bambini su WhatsApp;
  5. divieto di inoltrare un messaggio pubblicato su un gruppo chiuso di WhatsApp a terzi non appartenenti al medesimo gruppo;
  6. divieto di impersonare un’altra persona su WhatsApp;
  7. divieto di inviare messaggi pubblicitari su WhatsApp;
  8. divieto di inviare messaggi di natura pornografica, razzista, offensiva, minacciosa, illegale, diffamatoria su WhatsApp;
  9. divieto di violare i diritti d’autore su WhatsApp;
  10. divieto di inviare materiale pericoloso che possa veicolare virus su WhatsApp;
  11. divieto di spiare le chat del partner su WhatsApp;
  12. divieto di perseguire una persona con messaggi continui su WhatsApp, considerando questo comportamento “reato di stalking”;
  13. divieto di utilizzare su WhatsApp sticker a contenuto: offensivo, violento, discriminatorio, antisemita nonché pedopornografico;
  14. divieto di offendere o diffamare: insegnanti, professori, istruttori, nei gruppi WhatsApp;
  15. divieto di utilizzo di WhatsApp per invio di immagini e video di sexting o per minacciare la diffusione di foto e video; fenomeno meglio conosciuto come SexEstorsion.

Alcuni miei consigli a chi vuole creare un gruppo di WhatsApp:

1: In primo luogo, è educato chiedere al membro se è interessato a unirsi al gruppo. Informarlo preventivamente sugli argomenti che verranno trattati e sui motivi dell’invito. E’ preferibile inviare l’invito e attendere l’accettazione – o meno – da parte del futuro membro.

2: Crea un breve elenco di regole(cosa è permesso e cosa è proibito in quel gruppo). Ricordati di avvisare i membri che iniziano una discussione fuori tema (fuori dai parametri impostati dagli amministratori). Guarda questo semplice esempio: Il gruppo serve per scambiare idee di sport, suggerimenti, recensioni, prenotare cene o giochi online, ecc.

3: Quante volte avrai sentito dire, la porta è quella là, sei libero di andartene.

Lasciare un gruppo è un diritto inviolabile di un membro, e insistere per tornare con i membri che hanno esercitato tale diritto è davvero un’invasione della privacy, e non dovrebbe mai verificarsi a meno che il membro non chieda di tornare.

4: Aggiungi sempre altri amministratori e altri moderatori. Condividi le responsabilità con altri membri, fidati e le decisioni sulla direzione del gruppo possono essere costruite in modo più solido e democratico. Inoltre, come vedremo alla fine, essere un manager può essere un grattacapo, quindi condividi decisioni importanti con altri manager.

5: Qualcosa è andato storto e le persone hanno iniziato una battaglia virtuale nel tuo gruppo? Non esitare a fare come faresti se fossero a casa tua, su tuo invito: finisci la festa, prima che qualcuno chiami la polizia. Meglio farla finita. Mantieni l’ordine! Rimuovi il dissidente dalla sala.

6 (per i membri): sei un membro del gruppo WhatsApp al lavoro, l’amministratore è il tuo capo e non puoi chiederti di uscire? Comportati come se fossi a casa sua: e “seduto in un angolo”, invia commenti, dialoga se sei autorizzato a farlo e contribuisci al miglioramento del gruppo, il karma sarà a tuo favore, ma soprattutto eviterai controversie, che possono costarti il ​​lavoro. Discrezione e educazione sempre;

Ma soprattutto:

  1. Chi amministra gruppi social deve sapere che di fatto si assume responsabilità nei confronti di terzi o di ciò che avviene sul gruppo;
  2. è opportuno realizzare una sorta di linee guida che il gruppo deve rispettare e vigilare affinché le stesse non vengano infrante;
  3. è opportuno seguire attentamente quello che avviene sul gruppo e se non si ha la possibilità di farlo cedere l’amministrazione ad utenti più attivi;
  4. è necessario bloccare sul nascere comportamenti scorretti.

Da quanto esposto credo che il lettore possa trarre adeguate conclusioni.

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