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La DSC (parte V): i due radiomessaggi di Pio XII

Con uno dei più brevi conclavi della storia il cardinale Eugenio Pacelli viene eletto al soglio di Pietro col nome di Pio XII. E’ il 2 Marzo del 1939. Il nuovo pontefice tentò in tutti i modi di fermare la guerra fino a lanciare il 24 agosto un disperato e accorato appello via radio: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”. Il messaggio non fu accolto, e il 1° settembre iniziò la seconda guerra mondiale. Il 20 Ottobre 1939, Pio XII promulgò l’enciclica programmatica Summi Pontificatus, nella quale considerava l’evento bellico come l’esito finale della progressiva violazione del diritto naturale. Il 1° Giugno 1941 attraverso un radiomessaggio intese rendere omaggio alle grandi encicliche di Leone XIII e Pio XI, la Rerum novarum e la Quadragesimo anno. Tre sono i temi fondamentali del messaggio: l’uso dei beni materiali, il lavoro e la famiglia. Pio XII li definisce come tre diritti naturali che lo Stato deve tutelare e garantire. La società consegue un ordine pubblico solo quando gli individui, le comunità intermedie e lo Stato sono animati da un medesimo fine: il bene comune. Quest’ultimo viene definito come il “complexus condicionum” necessarie per consentire a tutti di perseguire il proprio fine. Dopo sei mesi da tale radiomessaggio, il 24 Dicembre 1941 il papa ne rivolge un altro a tutti i popoli della terra. In esso indica cinque principi attraverso i quali raggiungere un nuovo ordine mondiale dopo la fine della guerra. 1) Tutela della libertà e sicurezza di ogni popolo della terra. 2) Rispetto dell’identità culturale delle minoranze etniche e linguistiche. 3) Realizzazione di un’equa distribuzione delle risorse mediante una politica di cooperazione internazionale alternativa alle politiche nazionalistiche. 4) Riduzione progressiva degli armamenti e costituzione di organismi internazionali incaricati di assicurare il rispetto dei patti tra le nazioni. 5) Riconoscimento della libertà religiosa come fondamento indispensabile di un nuovo ordine internazionale edificato su principi morali. Pio XII può così essere considerato il pontefice che ha maggiormente contribuito a definire la concezione della chiesa in materia di relazioni internazionali.

Alfonso D’Alessio

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