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Fisco. Unimpresa, allarme nei Caf per Tasi rischio contenziosi

Allarme Tasi nei Caf: l’87% dei Centri di assistenza fiscale prevede caos per i calcoli della nuova tassa sui servizi indivisibili e teme una valanga di ricorsi. Questo il quadro rilevato da Unimpresa attraverso la sua rete di 900 Caf sparsi su tutto il territorio nazionale. A un mese dal primo appuntamento con il balzello sugli immobili, la prima rata va versata entro il 16 giugno, iquasi tutti i Caf di Unimpresa (783 su 900) sono in allarme: il rischio di errore nei versamenti è estremamente probabile. I motivi principali rilevati dagli esperti fiscali dell’associaozne sono: difficoltà di calcolo, incertezza delle aliquote (non ancora chiare e deliberate dai comuni) e individuazione delle detrazioni previste per le prime abitazioni.
Secondo Unimpresa, questo quadro porterà inevitabilmente a una valnaga di ricorsi sia da parte dei comuni (nell’ipotesi in cui gli importi pagati siano inferiori al tributo da pagare) sia da parte dei proprietari di immobili (nel caso di versamenti superiori). Ciò perché solo il 10% degli oltre 8mila enti locali italiani ha adottato le delibere sulla Tasi. Il termine scade il 23 maggio, troppo a ridosso della scadenza dei versamenti, ed è assi probabile che si assisterà ad aumenti a raffica. È verosimile immaginare che l’aliquota per la prima abitazione verrà portata al tetto massimo dal 2,5 per mille al 3,3 per mille. E solo in questo caso i comuni potranno introdurre la possibilità di detrazioni prima casa e familiari a carico. Col risultato che se la delibera comunale lascerà l’aliquota al livello base, per molte famiglie l’importo finale sarà più alto della vecchia Imu.

Longobardi: “È l’ennesimo mostro fiscale”
“Sarebbe stato opportuno uno slittamento di tre o sei mesi” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, “perché né i contribuenti né gli addetti ai lavoro hanno chiara la situazione. Non solo non è stato semplificato il quadro, ma al contrario il sistema impositivo sugli immobili è stato ulteriormente complicato: c’è la Tasi sulle prime case, l’Imu sulle seconde e i i siti produttivi (negozi e capannoni), la Tari per i rifiuti. Quello che doveva essere una rivoluzione si è rivelata una operazione di pura estetica fiscale peraltro mal riuscita: il risultato è un mostro, un altro mostro di tasse che pesa sulle famiglie e sulle imprese, complicando la vita”.

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