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EDILIZIA: UNIMPRESA, MANCANO TECNICI, ENTRO TRE ANNI A RISCHIO 65% DITTE INDIVIDUALI

Workshop Smart installer organizzato dalla Federazione Unimpresa Impianti e Nuove Tecnologie: «Serve più formazione per impiantisti e progettisti». Il presidente Capodiferro: «Attraverso collaborazioni ad ampio raggio abbiamo facilitato l’accesso ai percorsi formativi»

Mancano tecnici specializzati per il settore dell’edilizia, tra progettisti e installatori, e il mercato è paralizzato: entro tre anni, considerando l’età anagrafica e i requisiti per il raggiungimento della pensione, è a rischio il 65% delle ditte individuali. Serve, perciò, un ricambio generazionale e, per raggiungere questo traguardo, occorre sensibilizzare e promuovere la necessità di più formazione nel mondo degli impiantisti, con l’obiettivo di innovare il patrimonio edilizio del Paese e, più in generale, le città italiane. 

È quanto emerso nei giorni scorsi durante il workshop Smart installer, organizzato dalla Federazione Unimpresa Impianti e Nuove Tecnologie, durante il quale al centro è stato posto proprio il tema dell’installazione. Il convegno è stata l’occasione per esaltare l’attenzione da parte delle organizzazioni d’impresa per la cultura tecnica dell’innovazione: proprio lavorando con i progettisti urbanistici e i tecnici che realizzano e attuano i progetti, anche attraverso le attività di manutenzione, Unimpresa INT sta rendendo possibile un formidabile salto culturale: secondo quando si parla di innovazione inevitabilmente dobbiamo parlare di giovani nativi digitali perché oggi ormai le professioni tecniche indispensabili per l’innovazione mancano: oggi il notevole bagaglio di risorse da valorizzare favorisce la crescita di nuove collaborazioni e relazioni tra aziende apportano e condividono know how.

All’evento hanno partecipato la rappresentante del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Valentina Parisi, il consigliere nazionale di Unimpresa, Isa Gatti, il direttore di Unimpresa INT, Aida Fortunato, e i consiglieri di Unimpresa INT, Roberto Pinto, Marco Corradini, Diego De Fecondo, Sebastiano Gadaleta e Vito Zongoli.

«Quotidianamente viviamo il problema della carenza o persino/addirittura mancanza di competenze ormai come un’autoevidenza. Tra tre anni, infatti il 65% delle ditte individuali chiuderanno perché avranno raggiunto l’età pensionabile. Attraverso collaborazioni ad ampio raggio abbiamo facilitato l’accesso ai percorsi formativi, cercando di nutrire di contenuti tecnici la nostra formazione. Dovremmo continuare a sensibilizzare la formazione tecnica nelle scuole a partire dalla modernizzazione dei laboratori in ottica finale e lungimirante (orizzonte di confine) di aumento delle competenze, rispondendo alle aziende sul piano dei tavoli tecnici con tanto i tuoi aziendali, economici e legislativi. Le aziende non hanno più tempo ormai perché troppo coinvolte dalla routine quotidiana. Le aziende hanno anche due limiti: il numero dimensionale (si tratta spesso di piccole aziende che difficilmente riescono ad assorbire le competenze che oggi il mercato richiede/cerca) e oggi il decreto/la norma 37/08 non rappresenta più le aziende di impianti perché non tutela la figura dell’impiantista. Questi limiti ci hanno spinto ad andare oltre, capendo fin da subito che avevamo bisogno di uno strumento, un’associazione di categoria che ci avvicinasse al mondo delle istituzioni e questo è stato possibile grazie alla disponibilità di Valentina Parisi che ha accolto il nostro invito ad approfondire tali tematiche» ha detto il presidente di Unimpresa INT, Carla Capodiferro. «Pur avendo un vuoto legislativo che assolutamente dovremmo risanare, come Unimpresa INT, rappresentiamo tutte le imprese che ogni giorno ci chiamano per esporre le loro problematiche. Dunque, l’obiettivo del convegno è stato illustrare gli obiettivi che la Federazione si propone: Rappresentare le imprese – Individuare le loro necessità -Dialogare con le istituzioni» ha aggiunto il presidente di Unimpresa INT.

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