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Con il nuovo comma aggiunto all’articolo 33 della Costituzione allo sport viene riconosciuto il suo valore educativo, sociale e psicofisico.

del dott.Marco Massarenti

È quest’ultima una settimana indimenticabile per lo sport. Oltre a essere stata celebrata la Settimana europea dello sport e ad essere stati istituiti i Nuovi Giochi della Gioventù, avviene un passaggio fondamentale per il sistema sportivo nazionale italiano: il 20 Settembre 2023 lo sport entra nella Costituzione della Repubblica Italiana come uno dei valori tutelati dalla Carta.

È da diversi anni che in Italia si parla della difesa dell’attività sportiva come principio basilare nella vita di ogni individuo e oggi la Carta non parla più solo del tema sportivo come ordinamento ma gli viene riconosciuto il suo vero valore.

Per l’approvazione in via definitiva della modifica dell’art 33, con il seguente comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”, il voto, alla Camera dei Deputati è stato unanime confermando 312 si su 312.

L’art. 33 della nostra Costituzione finora riconosceva solo il libero insegnamento dell’arte e della scienza come insegnamento volto alla cultura. Ora lo è anche lo sport.

Si tratta di una modifica dal carattere culturale che garantirà maggiore attenzione alla divulgazione della pratica sportiva in più contesti, anche in quelli con bassa densità demografica e si terrà conto quindi, delle periferie sia urbane che sociali.

Lo Sport in Costituzione rappresenta la prima tappa di un percorso che non vuole essere solo un importante passo per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità, ma anche la modalità per poter promuovere la cultura dello sport in tutta la sua totalità. È un nuovo modo di valorizzare questo strumento di benessere, inclusione e integrazione non solo nella protezione degli atleti e nel garantire il rispetto dei ruoli di ogni livello, ma anche nella costruzione e riqualificazione di centri sportivi, nei territori di disagio giovanile. 

Sono nove gli ordinamenti degli Stati membri dell’Unione europea in cui le disposizioni sullo sport sono presenti. Spesso di tratta solo di attività di promozione o di tutela della salute o dei giovani, ma a volte si tratta di un vero e proprio diritto.

L’Italia, ad oggi, con questa nuova modifica, riconosce il valore dell’attività sportiva ma non determina un diritto. Si auspica che questo sia solo l’inizio di una nuova meritata vita per lo sport trasformando il riconoscimento del valore in un diritto vero e proprio da garantire a tutti e davvero tutelato “in tutte le sue forme”, come anche stabilito da un emendamento del 2 marzo 2022 approvato in Commissione Affari costituzionali, che tutela ogni attività sportiva, e quindi anche lo sport per le persone con disabilità.

È sicuramente questo un passo molto importante da far vivere però nelle scelte di carattere politico e di governo. Importante ora determinare le risorse finanziare, europee e nazionali per far sì che lo sport sia sempre più presente nelle politiche pubbliche. Altrettanto importante e necessario ricordarsi che lo sport è anche e soprattutto salute e può contribuire a far diminuire la spesa sanitaria per cui è fondamentale che l’educazione sportiva non sia più soggetta a gap di nessun tipo e genere affinché la nazione possa godere di una popolazione in salute e godere, essa stessa, di maggior benessere.

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