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Bce. Unimpresa, banche italiane sbugiardate su stretta credito

“La Banca centrale europea smentisce la tesi degli istituti di credito italiani secondo cui il credit crunch non esiste: il bollettino dell’Eurotower diffuso oggi dice esattamente il contrario e cioè che, specie per le pmi, l’accesso ai finanziamenti è nettamente peggiorato negli ultimi mesi”. Così il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commenta il bollettino economico della Bce.
In Italia, in particolare, il credit crunch è davvero senza fine: secondo l’analisi del Centro studi Unimpresa, il giro di vite sui finanziamenti ammonta a quasi 47 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi. Nell’ultimo anno i prestiti bancari sono calati al ritmo di 3,9 miliardi al mese. Da settembre 2012 a settembre 2013 il totale dei finanziamenti al settore privato è diminuito di 46,8 miliardi di euro passando da 1.479,6 miliardi a 1.432,8 miliardi. Una riduzione che interessa sia le famiglie (-6 miliardi) sia le imprese (-40,8 miliardi). le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, del 3,17% nell’ultimo anno.
+Secondo il rapporto dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, resta particolarmente grave il quadro per le imprese: nell’ultimo anno le aziende hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 14,5 miliardi (-4,43%) da 327,4 miliardi a 312,9 miliardi, quelli di medio periodo (fino a 5 anni) di 7,4 miliardi (-5,66%) da 131,8 miliardi a 124,3 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) di 18,9 miliardi (-4,61%) da 410,5 miliardi a 391,6 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese è sceso da 869,8 miliardi a 828,9 miliardi con una diminuzione di 40,8 miliardi (-4,70%).
Analoga situazione per le famiglie: in dodici mesi meno credito al consumo per 1 miliardo (-1,68%) da 59,7 miliardi a 58,7 miliardi e meno prestiti personali per 1,1 miliardi (-0,61%) da 183,8 miliardi a 182,7 miliardi. Giù anche il comparto mutui casa con le erogazioni degli istituti calate di 3,8 miliardi (-0,31%) da 366,2 miliardi a 362,3 miliardi: il mercato immobiliare, così rilevante per il prodotto interno lordo italiani, resta dunque privato della liquidità necessaria a ripartire; la contrazione dei finanziamenti non consente al business del mattone di rimettersi sul sentiero della crescita. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie è calato da 609,8 miliardi a 603,8 miliardi con una diminuzione di oltre 6 miliardi (-0,98%).

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