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BCE: SPADAFORA (UNIMPRESA), CREDIT CRUNCH INEVITABILE CON NUOVO RIALZO TASSI

«Il credit crunch non sarà più un rischio, ma una prospettiva inevitabile con il nuovo, inspiegabile rialzo dei tassi d’interesse ormai annunciato dalla Banca centrale europea: portare il costo del denaro dall’attuale 3% al 3,5% cagionerà maggiori difficoltà nell’accesso al credito bancario da parte delle aziende e in particolare da parte della micro, piccole e medie imprese del nostro Paese». Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.

«L’atteggiamento incomprensibile della Bce avrà pertanto avere effetti negativi sul ciclo economico causando, anzitutto, una diminuzione della liquidità per le pmi, pregiudicando la regolarità dei pagamenti, riducendo le prospettive di investimento e azzerando la possibilità di creare nuova occupazione. In sostanza, sarà una sciagura che nessuno pare in grado di poter contrastare. Nell’immediato, il guadagno è assicurato alle sole banche, visto che la cosiddetta forbice dei tassi si è già allargata, a partire dallo scorso mese di luglio, quando c’è stato il primo rialzo del costo del denaro, tutta sul fronte dei tassi sui prestiti e poco o nulla sulla remunerazione della raccolta ovvero dei conti correnti e dei depositi. Tuttavia, occorre evidenziare che l’atteggiamento degli istituti di credito appare miope: l’immediato vantaggio che si assicurano, in termini di maggior profitto e quindi di dividendi da distribuire agli azionisti, viene, nel medio periodo, annacquato dal fortissimo rischio di veder peggiorare la qualità del credito, facendo salire le sofferenze e quindi gli accantonamenti» aggiunge Spadafora.

«In questa situazione, ci pare quantomeno assordante il silenzio della politica e del governo in particolare perché un deterioramento pesante del credito potrebbe avere ripercussioni pesantissime sulla crescita economica del 2023 e degli anni successivi. Quanto alla politica monetaria, la scarsa efficacia è sotto gli occhi di tutti: l’inflazione è scesa molto poco e quella leggera diminuzione è dovuta esclusivamente al calo dei prezzi dei prodotti energetici, saliti, nel corso del 2022, per una fortissima azione speculativa che, solo adesso, si sta affievolendo» osserva il vicepresidente Spadafora. 

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