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Banche. Longobardi, servono alternative a prestiti aziende

“Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sostiene che per quanto riguarda il settore bancario ci saranno ancora trimestri difficili anche se si osservano segnali di decelerazione di riduzione dei tassi di ingresso delle sofferenze. E’ un quadro fatto di luci e ombre, quello tratteggiato dal governatore, che non può che spaventarci e spingerci a chiedere al governo e al Parlamento l’introduzione di misure volte a creare alternative al credito per le aziende”. Lo sostiene il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commentando le dichiarazioni rilasciate questa mattina dal governatore della Banca d’Italia che ha partecipato al Comitato esecutivo dell’Abi (Associazione bancaria italiana). “Oggi le imprese fanno i conti con una restrizione del credito fortissima: in un anno, da gennaio 2013 a gennaio 2014, il calo dei finanziamenti bancari alle aziende si è attestato a 30 miliardi di euro e la mancanza di liquidit&ag rave; rappresenta uno dei principali ostacoli, insieme col peso insostenibile delle tasse, per chi spera di restare a galla e di riuscire ad agganciare la ripesa economica” aggiunge Longobardi. “In passato, mi riferisco in particolare alla possibilità di utilizzare gli assegni trasferibili e le cosiddette girate, esistevano strade parallele al credito: sostanziali canali di finanziamenti gestiti tra privati che, seppur tra mille problemi e difficoltà, davano ossigeno e aiutano l’economia” spiega il presidente di Unimpresa secondo cui “la scelta del legislatore di azzerare questo strumento, finalizzata a contrastare il riciclaggio di denaro sporco e l’evasione fiscale, ha annientato uno strumento di liquidità importante”.
“In ogni caso – osserva Longobardi – guardiamo con ottimismo, oltre che alle parole del governatore Visco, anche ai numeri secondo i quali bisogna avere fiducia”. Gli ultimi dati del Centro studi Unimpresa segnalano che a inizio anno si è registrata una lieve inversione di tendenza proprio sul versante dei finanziamenti. Notevole, per certi versi anomalo o quantomeno singolare, scatto di reni sul versante dei prestiti alle imprese su base mensile. I dati della Banca d’Italia sono provvisori e il quadro potrebbe essere più chiaro con l’aggiornamento del bollettino statistico.  Tra dicembre 2013 e gennaio 2014, comunque, sono cresciuti di 23,7 miliardi i finanziamenti alle imprese (+2,92%) da 387,1 miliardi a 837,8 miliardi. Sono salite le erogazioni a breve (fino a 1 anno) di 6,7 miliardi (+2,22%) da 305,5 miliardi a 312,3 miliardi, sono rimaste stabili quelle a medio termine (fino a 5 anni) calate di appena 14 milioni (-0,01%) da 121,41 m iliardi a 121,40 miliardi), mentre sono sensibilmente aumentate quelle a lungo periodo (oltre 5 anni) di 16,9 miliardi (+4,39%) da 387,1 miliardi a 404,1 miliardi. Situazione sostanzialmente invariata, poi, sempre su base mensile, sul versante dei finanziamenti alle famiglie calati di 425 milioni (-0,07%) da 602,2 miliardi a 601,8 miliardi: nel dettaglio, il credito al consumo è calato di soli 439 milioni (-0,75%) da 58,6 miliardi a 58,1 miliardi; i mutui sono scesi di appena 778 milioni (-0,22%) da 361,4 miliardi a 360,6 miliardi; i prestiti personali sono saliti di 792 milioni (+0,43%) da 182,2 miliardi a 183 miliardi. Complessivamente, su base mensile, i prestiti al settore privato sono saliti di 23,3 miliardi (+1,65%) da 1.416,3 miliardi a 1.439,7 miliardi.

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