«C’è un ostacolo che pesa più di tutti sull’artigianato moda in Italia: la sovrastruttura burocratica che soffoca il potenziale creativo, produttivo e imprenditoriale dei nostri artigiani. Le nostre microimprese, spesso a conduzione familiare, si trovano intrappolate in un groviglio di norme complesse, adempimenti amministrativi frammentati e procedure autorizzative che si trascinano per mesi, se non anni. È una situazione inaccettabile: ogni ora spesa in pratiche inutili è un’ora sottratta alla progettazione, alla formazione o all’espansione verso nuovi mercati. Per questo, Unimpresa Moda lancia una proposta chiara: una rivoluzione amministrativa che liberi il nostro settore dal peso della burocrazia. Vogliamo sportelli unici digitali che consentono di gestire tutte le pratiche in pochi clic, con tempi certi e trasparenti; sgravi fiscali mirati per le microimprese, che non possono sostenere gli stessi oneri delle grandi realtà; procedura standardizzate a livello nazionale per eliminazione disparità e incertezze; e un accesso semplificato a fondi per innovazione, digitalizzazione e sostenibilità, fondamentali per affrontare le sfide del mercato globale. Il nostro obiettivo è chiaro: restituire agli artigiani la libertà di concentrarsi sul loro lavoro, creando valore per l’Italia e per il mondo». Lo ha detto oggi a Trento, in occasione del convegno “Made in Italy ed Eccellenze Fragili”, il presidente di Unimpresa Moda, Margherita de Cles.
«Chiediamo al Governo e alle istituzioni di agire con urgenza, adottando politiche concrete che proteggano e valorizzino il Made in Italy. Il nostro artigianato moda ha la forza, la passione e il talento per guidare il futuro, ma non possiamo più permetterci di essere frenati da un sistema che appartiene al passato. Ogni giorno, gli artigiani sono costretti a distogliere tempo ed energie dalla loro vera vocazione – creare prodotti unici di altissima qualità – per compilare moduli, affrontare controlli ridondanti e destreggiarsi tra regolamenti nazionali e locali spesso contraddittori. Questo sistema obsoleto non solo erode i margini economici, già messi alla prova da costi crescenti, ma rappresenta una barriera insormontabile per chi vuole innovare, crescere o semplicemente sopravvivere in un mercato sempre più competitivo. La burocrazia incoraggia anche le nuove generazioni, che vedono nel mestiere artigianale non solo una tradizione da preservare, ma un’opportunità di futuro, eppure si scontrano con ostacoli che ne frenano l’entusiasmo» ha aggiunto il presidente di Unimpresa Moda.
Secondo i dati del Centro studi di Unimpresa, l’artigianato moda italiano con 40.000 imprese che generano 21 miliardi di euro di fatturato e danno lavoro a 120.000 addetti, rappresenta l’essenza del Made in Italy, un simbolo di creatività e qualità riconosciuta in tutto il mondo. Eppure, oggi affronta sfide senza precedenti: un calo dell’8,1% del fatturato nel 2024, una contrazione dell’export del 5,3%, un aumento dei costi energetici del 10,4% e perdite annue di 1,7 miliardi di euro dovuti alla contraffazione. A queste difficoltà si aggiunge un gap digitale, con solo il 15% delle nostre artigiane che riesce a sfruttare tecnologie avanzate per competere sui mercati globali.
- Rassegna Stampa 27.04.2025 - 27 Aprile 2025
- 9 Colonne– SUD: UNIMPRESA, CON CREDITO IMPOSTA CRESCONO OCCUPAZIONE E INVESTIMENTI - 26 Aprile 2025
- Rassegna Stampa 26.04.2025 - 26 Aprile 2025