“La manovra sui conti pubblici è poco coraggiosa sul versante della riduzione della spesa pubblica: nella lotta agli sprechi si possono e si devono trovare le risorse necessarie per avviare un serio taglio delle tasse. Solo l’abbattimento della pressione fiscale può consentire al nostro Paese di ripartire e alla nostra economia di agganciare un ritmo di crescita robusto: nascondersi dietro la mancata disponibilità di copertura finanziaria è dunque poco corretto. In realtà, manca la volontà di agire in profondità e, alla fine, prevalgono interessi diversi annacquati nelle difficoltà dei compromessi politici. Ma si tratta, complessivamente, di alibi che non reggono”. Questa la posizione assunta oggi da Unimpresa in un documento politico approvato dal Comitato di presidenza dell’associazione che si è riunito nella sede di Castellammare di Stabia (Napoli).
Il documento passa in rassegna i vari aspetti del decreto fiscale e delle misure che saranno inserite nella legge di bilancio. In particolare, l’avvio della flat tax. “Rispetto alla visione di Unimpresa – si legge nel documento approvato dal Comitato di presidenza dell’associazione – la risposta del governo è abbastanza debole e poco chiara, anche se percepiamo la volontà di ridurre il carico fiscale. Indubbiamente dal lato delle risorse è difficile attuare una riforma così radicale, ma Unimpresa crede fortemente che una manovra altrettanto drastica dal lato della spesa pubblica darebbe la possibilità di trovare almeno una parte delle risorse necessarie. In questo senso va anche la preoccupazione di Unimpresa sulla gestione del reddito di cittadinanza per il rischio che si trasformi in un gettito assistenziale senza il ritorno sull’economia, così come illustrato dal disegno governativo”.
Si analizza, poi, la cosiddetta pace fiscale. Secondo Unimpresa “le sanatorie sono uno strumento di “democrazia” se contestualmente contengono un disegno “completamente” nuovo del sistema che si va a sanare ed introducono norme più rigide per chi non ottempera alle nuove norme. Nel contesto proposto manca la “base” del nuovo sistema fiscale, manca – o perlomeno è carente – l’individuazione di come avverrà la diminuzione del prelievo fiscale, mancano norme sanzionatorie “serie” e “concrete” verso la “vera” evasione fiscale, non quella del redditometro o degli studi di settore”.
Alla riunione di oggi, hanno partecipato: Giovanna Ferrara (presidente), Claudio Pucci, Cristiano Minozzi, Dario Tozzi, Giuseppe Spadafora, Rossano Petti, Ivan Sciaretta, Mario Ciardiello, Laura Angelisanti, Laura Mazza.
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