«Le Adr ovvero le alternative dispute resolution non rappresentano una alternativa debole alla giurisdizione, ma un’integrazione intelligente e moderna capace di generare valore non solo per il sistema giudiziario, ma anche per l’intero tessuto economico-produttivo del Paese. Il buon funzionamento della giustizia non è solo una questione di mero diritto, ma anche un fattore determinante per la competitività e l’attrattività economica del Paese». Così il consigliere nazionale di Unimpresa, Giuseppe Carà, intervenendo al convegno “Le Adr, un sistema integrato di giustizia: opportunità, problemi e prospettive” ospitato nella Sala Matteotti della Camera dei deputati la scorsa settimana.
Il convegno è stato moderato dall’avvocato Michele Riggi ed è stato aperto dal saluto di Ciro Maschio, Presidente della commissione Giustizia della Camera dei Deputati, cui ha fatto seguito l’intervento di Michele Schiano di Visconti, membro della commissione Attività produttive di Montecitorio.
L’iniziativa – trasmessa in diretta sulla WebTv della Camera – ha acceso i riflettori sul ruolo delle procedure alternative di risoluzione delle controversie come leva per la modernizzazione del sistema giudiziario e per la crescita del Paese. «C’è una correlazione diretta tra efficienza del sistema giustizia e la crescita economica. Dove i tempi sono certi e i conflitti si risolvono in modo rapido ed efficace, le imprese investono con maggiore fiducia e il clima economico ne beneficia» ha spiegato Carà.
Il consigliere nazionale di Unimpresa ha inoltre ribadito l’importanza delle attività divulgative e formative come motore culturale di questo cambiamento: «Senza una diffusa consapevolezza del valore delle Adr, il rischio è che restino strumenti dalle potenzialità parzialmente inespresse. Serve un investimento strutturato sulla formazione dei professionisti e degli imprenditori, arricchendo il tutto con attività divulgative dedicate alla cittadinanza, così da rendere davvero accessibile questo modello di giustizia, integrandolo nel nostro tessuto sociale» ha detto Carà.
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