Nel 2024 l’utilizzo della cassa integrazione è tornato a crescere, segnando 9,5 ore ogni mille ore lavorate, in aumento di quasi 2 ore rispetto al 2023. Un dato allarmante che riflette un mercato del lavoro ancora fragile, esposto a shock settoriali e congiunturali». Lo rileva il Centro Studi di Unimpresa. «Se da un lato aumenta l’occupazione stabile, dall’altro il ricorso crescente alla Cig indica una struttura produttiva ancora poco resiliente e fortemente esposta a rallentamenti economici e tensioni internazionali. Il calo della disoccupazione non va letto come unico indicatore di salute del sistema, ma a guardare all’andamento della Cig come cartina di tornasole della solidità occupazionale. Serve un rilancio delle politiche industriali, maggiore selettività nell’erogazione della Cig e un collegamento strutturato con le politiche attive del lavoro» spiega il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha rielaborato i dati del Cnel, nel 2024 il ricorso alla cassa integrazione guadagni (Cig) è aumentato a 9,5 ore ogni mille ore lavorate , contro le 7,7 ore registrate nel 2023. Si tratta di un indicatore che, pur inferiore ai picchi emergenziali degli anni pandemici, evidenzia una persistente instabilità del sistema produttivo italiano . Questo dato viol dire che la crescita della Cig avviene nonostante un incremento degli occupati e una lieve crescita del PIL , segno che molte imprese: continuare ad affrontare difficoltà strutturale ; non riescono a mantenere la piena operatività su tutto l’anno; si ricorrono alla Cig non solo per crisi profonde, ma anche per gestire cali temporanei della domanda o squilibri produttivi. Il ricorso più elevato si concentra in industria e costruzioni , comparti ciclici e sensibili alle oscillazioni della domanda. Aumentano le richieste per Cig ordinaria , legata a difficoltà temporanee, rispetto a quelle straordinarie. Molte pmi, in assenza di fondi propri per far fronte ai rallentamenti, si affidano alla Cig come strumento di gestione ordinaria .
Vanno alcuni criticità sistemiche : uso passivo della Cig , spesso scollegato da percorsi di riqualificazione; scarsa integrazione con le politiche attive : mancano piani strutturati di ricollocazione e aggiornamento professionale; flessibilità unilaterale : la Cig viene decisa dalle imprese senza una reale programmazione condivisa con il territorio. Tra le proposte operative è possibile immaginare di: rafforzare il collegamento tra Cig e politiche attive , rendendo obbligatori percorsi di aggiornamento durante i periodi di sospensione; monitorare settori e territori più esposti , per intervenire in anticipo con misure di prevenzione; differenziare gli strumenti per le pmi , che hanno caratteristiche diverse rispetto alle grandi imprese.
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