Ho avuto il privilegio di partecipare all’Assemblea del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) che si è svolta a Roma, dal 26 al 28 giugno, presso il Ministero degli Affari Esteri, alla quale hanno preso parte rappresentanti degli italiani che vivono in altri Paesi. Era da molto tempo che non assistevo a dimostrazioni d’italianità e di orgoglio di avere le proprie radici nella nostra terra. Purtroppo per evidenti carenze della politica italiana non si è saputo valorizzare e utilizzare questa grande risorsa presente in molti Paesi per accelerare il rilancio dell’economia italiana nel mondo. Nella relazione introduttiva del Comitato di Presidenza del CGIE è stato messo in evidenza che “il settore della lingua e della cultura costituisce un agente moltiplicatore del consenso e dell’attrazione dei giovani d’origine e degli stranieri verso l’italianità, oltre che essere il migliore passaporto per il successo delle nostre imprese e per le opportunità di lavoro per i nostri giovani che si affacciano sul mercato globale” – e ancora – il “made in Italy, la creatività, i modelli di vita, la cultura e le tradizioni enogastronomiche sono uno strumento potente per sostenere l’Italia ed il suo enorme sforzo per riconquistare un ruolo globale”. Sono moltissimi gli Italiani che, con duro e intelligente lavoro, si sono affermati e conquistati un ruolo preminente nelle diverse società di accoglienza e sono una parte decisiva per valorizzare “l’italianità”. Tra questa grande fiumana di emigranti italiani molti sono meridionali. La Signora Egle Pasquali (che ha fatto parte del comitato dell’On. Mirko Tremaglia per il voto degli italiani all’estero) mi ha fatto conoscere alcuni di questi rappresentanti, tra i quali: Giovanni Rapanà, di origine pugliese, consigliere distrettuale di Montreal (Quebec), dove si trova una massiccia presenza di persone di origine italiana; Franco Papandrea, calabrese “verace” Professore dell’università di Canberra (ricordiamo che in Australia gli italiani sono la comunità più numerosa dopo quella anglosassone); Pasquale F. Nestico, calabrese DOC, Professore di medicina presso l’Università di Philadelphia (dove vivono i numerosi discendenti di una mia zia) e cardiologo di fama internazionale. Nistico ha costituito, assieme ad un gruppo di italo – americani, nel 1987, a Philadelphia, la Fondazione “FILITALIA” (che significa amore per l’Italia). In pochi anni la Fondazione costituì molte sedi sulle principali città degli Stati Uniti e nel 2007 è diventata internazionale, con sedi in Canada e in Europa a cominciare dall’Italia. Le finalità della Fondazione sono quelle di tutelare la cultura e le tradizioni italiane, anche attraverso eventi e programmi umanitari che possono essere conosciuti attraverso il sito “Filitaliainternational” come componente del CGIE Nestico porta avanti iniziative sociali e umanitarie (salute, povertà, lavoro, ecc.) per venire incontro ai disagi in ogni Paese del mondo ed in particolare degli emigrati italiani, coinvolgendo i consolati, le ambasciate e le effettive realtà esistenti nei diversi Paesi. Certo non in tutti i Paesi c’è bisogno di aiuto dall’estero per assistere i cittadini, come per esempio nel Lussemburgo dove i più poveri hanno un reddito minimo garantito di 1.500 (millecinquecento) euro mensili – Fortunati loro!
Bruno Latella, presidente onorario di Unimpresa
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