Al via il Cise, Consorzio International Service Export. Presidente Vincenzo Ciccarello, vicepresidente Giuliana D’Antuono; nel cda Paolo Giraud, Laura Mazza e Giuseppe Pratticò. Tra gli obiettivi: promuovere l’internazionalizzazione delle micro e piccole aziende italiane; contrastare contraffazione e italian sounding, fenomeno che fa perdere ai produttori del nostro Paese 60 miliardi di euro l’anno.
Sostenere l’internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese italiane, in particolare nei paesi extracomunitari. Aprire strutture stabili all’estero per migliorare la penetrazione commerciale e quindi favorire l’esportazione dei prodotti made in Italy anche con l’e-commerce. Organizzare missioni economiche, promuovere la partecipazione a fiere e mostre. Istituire corsi di formazione specifici e favorire il turismo dall’estero verso l’Italia collaborando con enti pubblici e privati. E ancora: tutelare il made in Italy, sia dalla contraffazione sia dall’italian sounding che fa perdere 60 miliardi di euro l’anno ai produttori del nostro Paese. È con questi obiettivi che nasce, promosso da Unimpresa, il nuovo Consorzio International Service Export (Cise), al quale hanno già aderito 20 aziende. Il Cise, in una prima fase, indirizzerà la sua attività in Cina, India e Vietnam oltre che in alcuni mercati di prossimità come la Romania, la Tunisia e la Repubblica di Capo Verde. I settori principali in cui si sosterrà l’attività estera delle pmi italiane sono agroalimentare, moda e accessori, design e complementi d’arredo, tecnologie per l’agricoltura, marmo e macchine.
Gli obiettivi
Per raggiungere gli obiettivi previsti dallo statuto, il Cise potrà aprire sedi estere per migliorare la penetrazione commerciale del made in Italy e stringere alleanze con imprese italiane o straniere. Saranno organizzate missioni economiche e verrà promossa la partecipazione a fiere di settore oltre che mostre. Saranno poi realizzate iniziative per la valorizzazione dei prodotti tipici e di eccellenza. Il Cise potrà partecipare a bandi, richiedere contributi e agevolazioni ad enti locali, Stato italiano e Stati esteri, Unione europea o Agenzie internazionali specializzate. Al centro dell’attenzione anche il turismo verso l’Italia: saranno promossi e incrementati i flussi di turisti dall’estero anche attraverso la collaborazione con soggetti pubblici ed enti privati.
Il Consorzio avrà anche l’obiettivo di contrastare il fenomeno della contraffazione e quello dell’italian sounding, vale a dire il commercio di prodotti fatti all’estero e che, pur senza una vera e propria contraffazione, imitano ed evocano in qualche modo origine italiana; fenomeni che, tra suggestione e vero e proprio inganno esercitato sui compratori stranieri, procurano un danno ai produttori italiani. In questo senso, verrano promosse campagne di comunicazione finalizzate a incrementare la conoscenza, tra i consumatori internazionali, delle autentiche produzioni italiane. Il giro d’affari generato dall’italian sounding è stato stimato, dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione, attorno ai 60 miliardi, dei quali 21 miliardi nella sola Unione europea.
La governance
È stata definita la governance del Cise, che avrà la sede a Roma: il presidente è Vincenzo Ciccarello; vicepresidente è Giuliana D’Antuono; gli altri due membri del consiglio di amministrazione sono Paolo Giraud, Laura Mazza e Giuseppe Pratticò.
Nel Consorzio xxx aziende
Tra i soci fondatori del Consorzio International Service Export, oltre a Unimpresa, figurano varie aziende con consolidate esperienze e specifiche competenze che spaziano dalla formazione all’internazionalizzazione, dal comparto dei finanziamenti a quello della comunicazione d’impresa e marketing. Si tratta di: Ape srl, Ati Formazione srl, Cfi Consulenza Formazione Impresa srl, High Quality International srl, Horienta srl, Safin spa. Subito dopo la costituzione, hanno aderito al Cise una serie di imprese attive nei comparti agroalimentare, moda e accessori tra cui: Leopolda srl, Via Pisa 28, Vacchiano srl, Maffei srl, Pastificio Antiche Tradizioni di Gragnano, Suprema Alimenti Made in Italy, Ciera del Colli, Bortolotti, La Rasenna, Agnoni.
Longobardi: “Made in Italy fattore di sviluppo. Il Cise è uno strumento per far competere le pmi fuori dell’Italia”
“Da alcuni anni stiamo dando grandissima attenzione all’internazionalizzazione perché siamo convinti che il made in Italy sia sempre più apprezzato; l’export può rappresentare, anche per realtà imprenditoriali minori, la ricetta giusta per crescere e rilanciare l’intera economia italiana. Lo stile e la qualità delle produzioni italiane sono fattori vincenti per lo sviluppo. Il Consorzio consentirà proprio alle micro e piccole imprese di avere strumenti adeguati per competere e penetrare con successo in mercati complessi, fuori dell’Italia, ma con enormi prospettive” dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
La strategia di Unimpresa all’estero
La nascita del Cise si inserisce in un’articolata strategia di Unimpresa che punta sempre di più sull’internazionalizzazione: il Consorzio arriva, infatti, dopo un percorso di alcuni anni che ha visto nascere il Dipartimento estero dell’associazione (diretto da Paolo Giraud); la Federazione Marmo Macchine (presieduta da Andrea Vinchesi) e la Federazione MPMI Innovative (presieduta da Paolo Bonivento). Durante questo percorso sono stati sottoscritti protocolli e avviati progetti di alto livello, l’ultimo dei quali ha visto nascere la prima commercity per il made in Italy a Wuhan, importante città del Sud Est della Cina. Di rilievo anche gli accordi raggiunti da Unimpresa Marmo Macchine nelle due missioni in Vietnam e Kosovo dove il gruppo di aziende Unimpresa Apuo-Versiliesi, all’avanguardia nel settore lapideo ha siglato accordi e avviato contratti per esportare il ricco know-how del settore attraverso l’ apertura di Cave di lavorazione e favorendo con questo importanti dinamiche socio-economiche in questi paesi.
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