«La decisione presa dall’Unione europea di introdurre dazi per 26 miliardi di dollari sui prodotti provenienti dagli Stati Uniti rappresenta un passaggio delicato e inevitabile nella tutela dell’economia europea e italiana. Le piccole e medie imprese italiane, cuore pulsante del tessuto produttivo del Paese, corrono il rischio, inevitabilmente, di subire ricadute negative dalla guerra commerciale in corso tra Ue e Usa. Sosteniamo con determinazione l’importanza di una risposta forte e proporzionata da parte dell’Unione europea. Tuttavia, chiediamo alla Commissione Ue e al governo italiano particolare attenzione verso le pmi nazionali ovvero gli ambasciatori del Made in Italy nel mondo, che potrebbero pagare un prezzo elevato in questa delicata fase di tensione internazionale».
Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «È fondamentale che le istituzioni europee e italiane garantiscano misure concrete di sostegno e compensazione per tutte quelle imprese che saranno colpite dalle conseguenze di questa spirale protezionistica. La tutela del Made in Italy non può essere oggetto di compromesso: qualità, tradizione e innovazione rappresentano valori imprescindibili da difendere e promuovere con forza. Siamo pronti a dialogare e collaborare attivamente con tutte le istituzioni per limitare i danni e individuare rapidamente soluzioni condivise, che mettano sempre al primo posto il futuro delle imprese italiane e dei loro lavoratori» aggiunge Ferrara.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, nel 2024, l’export delle piccole e medie imprese italiane verso gli Stati Uniti ha confermato la propria centralità strategica, raggiungendo cifre di assoluto rilievo. Secondo gli ultimi dati disponibili, gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato mondiale per il Made in Italy, con esportazioni complessive pari a 67,3 miliardi di euro. In questo scenario, le pmi italiane giocano un ruolo determinante, soprattutto nei settori più tipici del tessuto produttivo nazionale.
Le pmi italiane hanno esportato prodotti per oltre 7,2 miliardi di euro verso il mercato statunitense, consolidando la propria leadership europea nei comparti simbolo del Made in Italy: dall’agroalimentare al vino, passando per moda e tessile, arredamento e design, ma anche gioielleria, occhialeria e produzioni metalmeccaniche altamente specializzate In particolare, il comparto agroalimentare e vinicolo si è confermato una delle principali eccellenze, con un aumento significativo delle vendite di vino italiano negli USA (+7,3% rispetto al 2023).
Anche la moda ha dimostrato una robusta crescita, con un incremento di circa il 10% su base annua, trainato principalmente dall’alta qualità e dalla manifattura artigianale che contraddistinguono le produzioni italiane. L’arredamento e il design, da sempre fiore all’occhiello dell’artigianato industriale italiano, hanno continuato a crescere stabilmente, segnando un +8,5% nelle esportazioni, riflettendo l’apprezzamento americano verso la creatività e lo stile italiano.
«I dati testimoniano quanto le PMI italiane siano essenziali per l’intera economia nazionale e quanto sia cruciale difenderle dagli effetti negativi generati da eventuali guerre commerciali, come quella in corso tra Europa e Stati Uniti. Pertanto, è prioritario intervenire con politiche di sostegno mirate per evitare ripercussioni negative su settori strategici per l’intero sistema Italia» spiega il presidente di Unimpresa.
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