
L’analisi di Unimpresa, basata sul Documento di economia e finanza (Def) del Governo oltre che su dati della Banca d’Italia, mette in luce possibili riduzioni della spesa per interessi relativa ai bot, btp, cct e ctz da emettere nei prossimi 24 mesi. Il costo del servizio del debito indicato nel Def è pari a 86 miliardi nel 2014 e a 88,8 miliardi nel 2015: due voci del budget del bilancio che valgono in totale 174,9 miliardi. Considerando la durata delle nuove obbligazioni e la scadenza media dei titoli pubblici, si potrebbe dunque prevedere una sforbiciata non inferiore ai 10,5 miliardi e fino a 14 miliardi di euro.
Nel dettaglio, il calo degli interessi da riconoscere ai sottoscrittori avrebbe un impatto positivo anzitutto sul debito da rifinanziare e poi sui titoli emessi per esigenze di cassa rilevate dal ministero dell’Economia sulla base del fabbisogno. Quanto al debito da rifinanziare, nel biennio 2014-2015 successivi arrivano a scadenza 484,1 miliardi di euro. Nel 2014 vanno rifinanziati titoli per 237,9 miliardi: si tratta, complessivamente, di 50,6 miliardi di bot, 104,9 miliardi di btp, 56,6 miliardi di ctz e 26,3 miliardi di cct. Nel primo quadrimestre scadono 78,7 miliardi di titoli, nel secondo quadrimestre 87,3 miliardi e nell’ultimo 71,8 miliardi. Nel 2015, invece, scadono 246,1 miliardi: si tratta di 50 miliardi di bot (stima), 148,2 miliardi di btp, 19,7 miliardi di ctz e 28 miliardi di cct. Nel primo quadrimestre arrivano a fine corsa 70,2 miliardi, mentre tra maggio e agosto vanno rimborsati 94,3 miliardi; tra settembre e dicembre del prossimo anno, il Tesoro dovrà rifinanziare 81,4 miliardi.
“La stabilità del Governo è vitale. Non si tratta di fare il tifo per una coalizione o per un’altra, perché in ballo c’è il futuro del nostro Paese ed è l’unico elemento a cui prestiamo interesse. Fatto sta che il debito pubblico italiano, vero macigno che zavorra l’economia, è talmente elevato che l’andamento dei tassi di interesse su bot e btp è determinante per le scelte di politica economica” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Auspichiamo, pertanto, che l’Esecutivo di Enrico Letta possa andare avanti il più a lungo possibile sia per varare le riforme necessarie a modernizzare l’Italia sia per creare la condizioni di una maggiore fiducia da parte degli investitori, così da poter utilizzare quel tesoretto virtuale per abbattere la pressione fiscale su famiglie e imprese” aggiunge Longobardi.
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