Aumenta la corsa del debito pubblico italiano. L’incremento medio mensile del buco nelle finanze dello Stato mostra un’accelerazione netta nel 2024 rispetto al 2023: tra gennaio e settembre di quest’anno il ritmo di crescita è pari a 12 miliardi di euro al mese, in aumento del 60% rispetto ai 7,5 miliardi dell’anno precedente. Questo dato riflette l’impatto delle nuove emissioni obbligazionarie necessarie per finanziare il fabbisogno pubblico, ma potrebbe anche essere influenzato da un contesto economico internazionale complesso, che aumenta i costi di servizio del debito che è arrivato, a settembre scorso, a quota 2.962,3 miliardi, confermando la tendenza di espansione sostenuta osservata negli ultimi anni.
È quanto segnala un report del Centro studi di Unimpresa secondo cui rispetto al dato registrato a dicembre 2023, pari a 2.868,4 miliardi, il debito pubblico ha subito un incremento di 93,9 miliardi, corrispondente a una crescita percentuale del 3,3% in soli nove mesi. Ne emerge il peso persistente delle esigenze di finanziamento dello Stato, che si riverberano inevitabilmente in una crescita dell’indebitamento.
Confrontando, poi, il dato di settembre 2024 con lo stesso mese del 2023, quando il debito era pari a 2.872,8 miliardi, emerge un aumento di 89,5 miliardi di euro, pari a una crescita del 3,1%. Se allarghiamo lo sguardo al confronto con dicembre 2022, il dato diventa ancora più significativo: il debito pubblico è cresciuto di 199,4 miliardi di euro, pari a un incremento percentuale del 7,2% in meno di due anni. Si tratta di un aumento straordinario che può essere spiegato da molteplici fattori, tra cui la necessità di sostenere le misure espansive adottate per fronteggiare le crisi economiche e sociali, e un persistente aumento della spesa pubblica non accompagnato da un adeguato rafforzamento delle entrate.
«L’andamento del debito pubblico italiano pone sfide enormi sia nel breve sia nel lungo periodo. Con i tassi di interesse in calo e una politica monetaria non più da parte della Banca centrale europea, il costo per sostenere un debito così elevato potrebbe diventare per fortuna più sostenibile nei prossimi due anni, durante quali il previsto controllo della spesa e una crescita economica più robusta dovrebbero favorire una migliore gestione delle finanze dello Stato. Non c’è dubbio, comunque, che l’Italia dovrà trovare un equilibrio tra politiche espansive, necessarie per sostenere la ripresa economica, e misure strutturali che riducano la pressione sul bilancio pubblico» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.
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