“Il 2 giugno è la festa della Repubblica. Ma è anche – e dovrebbe essere sempre più – la festa di un’Italia produttiva, intraprendente, che crede nell’etica del lavoro e nel ruolo delle piccole e medie imprese come ossatura della nostra economia. Una festa laica e civile, che unisce e non divide. Che guarda con fiducia alle istituzioni, ma chiede coerenza, visione e responsabilità a chi governa. Perché la democrazia, anche in economia, non si esaurisce nel diritto di iniziativa privata: ha bisogno di giustizia sociale, di un fisco equo, di una burocrazia che faciliti e non ostacoli, di una scuola che prepara, di una giustizia che protegge”. Lo scrive il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi, in un post sul sito dell’associazione.
“Noi appresentiamo una parte spesso dimenticata della Repubblica: quella delle botteghe, dei capannoni, dei bilanci familiari intrecciati a quelli aziendali. Eppure, è proprio da lì – dal cuore pulsante delle nostre comunità – che passa la tenuta democratica del Paese. Dove c’è lavoro, c’è dignità. Dove c’è impresa, c’è speranza.
Dove c’è merito riconosciuto, c’è futuro. Celebrare il 2 giugno significa, allora, ricordando che non c’è crescita senza libertà, e non c’è libertà senza un’economia che include, non che escluda Che redistribuisca, non che accaparri Che premi chi contribuisce al bene comune” aggiunge Longobardi.
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